venerdì 9 marzo 2012

“Spiranza e Libirtà” – In memoria di Filippo Gebbia


La sala dell’auditorium della scuola media “Vivaldi” di Porto Empedocle, è gremita da studenti, genitori, familiari di vittime di mafia. Presenti gli studenti della scuola secondaria di 1° grado, ”Salvatore Quasimodo” di Palermo, che in occasione della manifestazione dedicata alla memoria di Filippo Gebbia, portano in scena “Spiranza e Libirtà”, un’opera teatrale scritta dalla prof.ssa Giusi Vitale.

Tra i familiari delle vittime di mafia, Carbone, Maniscalco, Cuttitta, Miraglia, Ciminnisi, Calì, Virone. Il sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto, ha già portato il suo saluto all’inaugurazione della Camera del Lavoro della Cgil, intitolata a Filippo Gebbia. Durissimo l’intervento della segretaria provinciale della CGIL di Agrigento Mariella Lo Bello, la quale, nel sottolineare come l’anno della CGIL inizia il 4 gennaio, presso il cimitero di Sciacca, con la commemorazione del sindacalista Accursio Miraglia, ucciso dalla mafia, ha ricordato ai presenti i gravi fatti di sangue che videro Porto Empedocle teatro di una guerra di mafia. Nessuna remora, nessun tentennamento, nel pronunciare i nomi di quelle famiglie che tanti lutti causarono, compreso quello della famiglia Gebbia.

Pochi i politici presenti all’auditorium (il consigliere provinciale Roberto Gallo e l’assessore comunale Scimè). Assente la stampa.
Toccante l’intervento di Leonarda Gebbia, che conclude con un invito ai ragazzi ad avere rispetto per la propria vita.

La mamma di Filippo e di Leonarda, seduta in prima fila, lascia trasparire la commozione e tutto il dolore che ancora si porta dentro.
Sono gli studenti della “Salvatore Quasimodo” che fanno rivivere in scena Accursio, Placido, Peppino, Carlo Alberto e i tanti altri, che gridano il loro dolore. Non il dolore delle loro vite spezzate. Il dolore di una Sicilia stretta nella morsa della mafia, paralizzata dall’omertà. Una Sicilia che soltanto dopo la morte di Falcone e Borsellino, inizia a ribellarsi dando vita alla “Stagione delle Lenzuola Bianche”, che vede oggi in questi ragazzi la speranza di un cambiamento.

Ragazzi che provengono da uno di quei quartieri che hanno rappresentato il vivaio della criminalità, che oggi si ribellano e diventano i protagonisti di una nuova stagione di legalità.
Una stagione di legalità, che grazie all’attività educativa svolta dal direttore didattico della scuola media “Vivaldi” di Porto Empedocle, vede in questa cittadina che fu scenario di una guerra di mafia, un momento di riscatto e di speranza.

Una speranza fondata nella memoria, nel ricordo delle tante vittime innocenti, nella volontà di sottrarsi alla morsa della mafia.
Un invito a non dimenticare, scritto da Umberto Santino, e letto da Giusi Vitale e Nico Miraglia, ai tanti ragazzi presenti, affinchè siano loro, tornando in famiglia, ad educare noi adulti che spesso dimentichiamo:

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