giovedì 15 marzo 2012

Sardegna, bimbo di 2 anni morto in casa compagno della madre fugge e si impicca

Igor Garau aveva fatto perdere le proprie tracce dopo una lite La donna, 22 anni, è stata ferita alla testa

CARBONIA - Un giallo e una doppia tragedia si sono consumati nel giro di poche ore a Sant'Antioco, nel Sulcis, nella zona sud occidentale della Sardegna.

Prima la morte, ancora misteriosa, di un bimbo di 2 anni e mezzo, Mirko, poi la mamma, una giovane donna di 22 anni, che esce di casa insanguinata per chiedere aiuto, colpita alla testa da una martellata al culmine di un violento litigio con il suo compagno.

Infine, l'epilogo: l'uomo si rende irreperibile e viene trovato qualche ora dopo impiccato ad un albero nelle campagne del paese. La cittadina è sotto choc e si interroga sul perchè di questo dramma senza precedenti. Nulla si sa sulle cause della morte del piccolo Mirko: quando la mamma, Daniela Sulas, ha chiamato i soccorsi, coperta da una maschera di sangue, il bimbo era già morto. Inutile ogni tentativo di rianimarlo, ma resta il giallo: sul suo corpo non c'è alcuna traccia di violenza.

La donna, nel frattempo, è stata accompagnata all'ospedale Sirai di Carbonia: i medici le hanno suturato la ferita alla testa e le sue condizioni non sarebbero gravi. Ma il suo stato mentale non le ha consentito finora di raccontare con esattezza quando accaduto nelle prime ore del mattino nella sua abitazione. Avrebbe comunque confermato di essere stata colpita con una martellata dal compagno, Igor Garau, trentenne, con il quale conviveva da poche settimane.

L'uomo, che non è il padre di Mirko, è scappato e i carabinieri si sono subito messi sulle tracce. Una fuga disperata con l'intenzione di farla finita: lo hanno trovato poco dopo le 14 nelle campagne del paese, impiccato ad un albero. Il sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Maria Virginia Boi, ha disposto l'autopsia sul corpo del bimbo, che verrà eseguita probabilmente domani dal medico legale Roberto Demontis.

Garau. Era uno scultore, anche apprezzato nel Sulcis, Igor Garau. Garau era attualmente disoccupato ma si arrangiava con la sua grande passione, la scultura. Di recente aveva anche fatto domanda per entrare a lavorare nella cooperativa sociale San Lorenzo di Iglesias, che si occupa del recupero e assistenza di persone disagiate. Amici e parenti in paese lo ricordano come un bravo ragazzo che non aveva mai avuto problemi. La coppia era seguita dagli assistenti sociali del Comune per le loro precarie condizioni economiche: giornalmente si recavano negli uffici per la consegna dei buoni pasto. Nel suo profilo facebook, Garau si raccontava come un artista. «Adoro l'arte, l'archeologia in generale. Mi diletto a realizzare sculture su legno e pietra», si legge ancora oggi sul social network. Il paese è sotto choc per la tragedia. Incredulo lo zio del bambino, Andrea, fratello del padre di Mirko che si era separato da Daniela Sulas. «Non ci sono parole - ripete con un tono di voce basso - il bambino è mio nipote. Non sappiamo però ancora nulla».

Le indagini. In un breve briefing con i giornalisti, il comandante provinciale dei carabinieri, col. Davide Angrisani, accompagnato dal responsabile del Reparto operativo, col. Franco Amabile, e dal comandente della Compagnia di Carbonia, Giuseppe Licari, hanno fatto il punto sulle indagini, che avranno un'accelerazione nelle prossime ore con i primi riscontri dai rilievi del Ris ed una più approfondita testimonianza della giovane mamma.

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