TARANTO - Ottomila euro per aggiustare un  processo. Sono accusati di concussione il giudice Pietro Vella, presidente di  sezione del tribunale civile di Taranto, e l'avvocato Fabrizio Scarcella,  arrestati ieri pomeriggio in flagranza di reato dai Carabinieri e trasferiti a  tarda sera nella casa circondariale. Accusa pesante, frutto della circostanziata  denuncia di un imprenditore che, facendo finta di acconsentire alla richiesta  del suo nuovo avvocato, Scarcella appunto, ha invece deciso di raccontare tutto  ai Carabinieri, e di seguire passo passo i consigli degli inquirenti. Stando a  quanto trapelato dal fitto riserbo caduto sulla vicenda, l'imprenditore aveva  subìto un sequestro patrimoniale di rilievo – una stazione di servizio – e il  prossimo 16 marzo attendeva di conoscere il suo destino economico, in quanto su  quel sequestro doveva esprimersi proprio il giudice Vella. Nei giorni scorsi  sarebbe stato avvicinato dall'avvocato Fabrizio Scarcella che gli avrebbe  proposto di affidare a lui il mandato difensivo, facendo capire senza tanti giri  di parole di essere stato mandato a parlare con lui proprio dal giudice  Vella.L'imprenditore ha fatto finta di stare al gioco ma in realtà ha subito informato i Carabinieri che - dopo essersi coordinati con la Procura della Repubblica di Potenza, competente per i fatti riguardanti i magistrati in servizio a Taranto, e con il sostituto procuratore Mariano Buccoliero, di turno nel tribunale jonico - sono passati all'azione. Ieri mattina l'imprenditore si è presentato nello studio dell'avvocato con 4mila euro, che costituirebbe l’acconto sull'importo totale che sarebbe stato chiesto da Scarcella per «sistemare» la causa. Le banconote erano state debitamente fotocopiate dai Carabinieri, mentre l'imprenditore aveva indosso un registratore ed una telecamera con la quale ha ripreso l'incontro e la consegna dei soldi. Ieri pomeriggio i Carabinieri sono entrati in azione, anticipando l'incontro tra Scarcella e Vella nel quale ci doveva essere lo scambio del denaro. Spetterà al giudice per le indagini preliminari, probabilmente quello di turno a Potenza, decidere se convalidare o meno l'arresto del magistrato e del legale, difesi dagli avvocati Carlo Petrone, Luca Balistreri e Franco De Feis.
MIMMO MAZZA
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