venerdì 9 marzo 2012

Marò, l’udienza su giurisdizione rinviata

Sul web offensiva indù contro l’Italia

TRIVANDRUM - Il giudice dell'Alta Corte di Kochi ha rinviato oggi al 15 marzo il processo riguardante la giurisdizione dell'incidente in cui sono morti due pescatori indiani e sono coinvolti due marò italiani. Lo si è appreso da fonte che segue direttamente la vicenda.

La procura di Kerala: la giurisdizione è indiana. Durante l'udienza ordierna è stato il turno della procura del Kerala a presentare le controdeduzioni sulla vicenda, dopo che i legali dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone avevano illustrato nelle due precedenti sedute gli argomenti a sostegno del diritto italiano a gestire il processo in base al diritto internazionale. Secondo la Procura, invece, l'India ha autorità sul caso perché gli effetti della sparatoria sono stati su un peschereccio indiano, ed anche perché vi sarebbe stato nell'episodio un uso eccessivo delle armi che sottrae valore all'ipotesi di spari effettuati per ragioni di sicurezza dai militari italiani. I legali dei marò, si è infine appreso, hanno considerato «soddisfacente» la scelta del giudice di fissare un'altra udienza prima della sentenza.

Governatore di Kerala: incidente molto sfortunato. La vicenda dei due marò è «un incidente molto sfortunato» che «non deve però danneggiare le relazioni fra Italia e India». Lo ha dichiarato oggi a Trivandrum il “chief minister” del Kerala, Oommen Chandy. Ricevendo i giornalisti italiani ha ripetuto però che «tutto si può fare», ma «all'interno del processo giudiziario indiano».

Ashton pronta a incontrare ministro Terzi. L'Alto rappresentante della Politica estera della Ue «è sempre disponibile» ad un incontro con il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi per fare il punto sulla situazione dei due marò italiani detenuti in India. Lo hanno riferito collaboratori di Catherine Ashton a margine del Consiglio informale degli Esteri a Copenaghen. Nei giorni scorsi l'Italia ha chiesto alla Ue per attivasi per un esito positivo della vicenda. Da due giorni la Ue ha attivato i suoi canali diplomatici con Nuova Delhi.

Sul web offensiva Indù contro l’Italia. Mentre i maggiori quotidiani nazionali si limitano a riferire le vicende in modo più o meno distaccato e più o meno obiettivo, sulle pagine dei commenti dei lettori, su Twitter o su Facebook vanno in onda commenti e reazioni a tutta la vicenda che poco o nulla hanno a che vedere con la cronaca. La telefonata di Monti a Manmohan Singh è stata letta dall’opinione pubblica indiana come l’ennesimo atto di arroganza post-coloniale da parte italiana, e Singh è stato ampiamente criticato per la sua mancanza di polso e per non aver risposto a muso duro.

Commenti offensivi. Tra i commenti dei lettori si sprecano ormai i termini dispregiativi verso i «bianchi» che pensano di poter trattare l’India come se fosse ancora una colonia e non una delle maggiori economie mondiali. Per l’opinione pubblica indiana, è in gioco l’orgoglio nazionale, l’accreditamento dell’India come democrazia alla pari con quelle occidentali e la credibilità dell’intero sistema politico-giudiziario: un intervento del governo sulla magistratura per risolvere la questione dei marò farebbe scricchiolare, oltre alle fondamenta del sistema, anche il governo stesso. Che in questo momento ha le sue belle gatte da pelare vista la batosta elettorale.

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