mercoledì 7 marzo 2012

Traffico di droga da parte di organizzazione italo-albanese: 9 arresti


BARI - Una organizzazione italo-albanese, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è stata sgominata da militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Bari che, alle prime ore del mattino, in collaborazione con l’Interpol e le Forze di Polizia tedesche, albanesi e inglesi, hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in carcere.


Il gruppo, che operava tra la Germania, l’Albania e l’Italia, con ramificazioni in diverse città italiane, tra le quali Bari, Molfetta, Trento, Rimini e La Spezia, era in grado di movimentare notevoli quantitativi di cocaina. Al vertice c'era il cittadino albanese H.S., 48 anni, supportato in Italia e in Germania, rispettivamente, dai suoi luogotenenti Andrea Hila, residente a Molfetta (Bari) e Luigj Mrinaj. Le operazioni illecite venivano pianificate nei minimi particolari, nel corso di veri e propri summit che si tenevano in Albania. Stabiliti i dettagli operativi delle transazioni, H.S. raggiungeva l’Italia dove, in compagnia di Hila, incontrava gli altri componenti dell’organizzazione tra i quali Agron Metvelaj referente per Molfetta, Agostino Murgolo. referente per Bitonto, S.A., referente per la piazza di Rimini, Shkelzen Laci, referente per Trento e provincia, Altin Frroku, 36 anni, e K. N., 36, referenti per La Spezia, quest’ultimi veri e propri grossisti dello stupefacente per il nord Italia. L’operazione è stata denominata 'Durres 2009'.

Le investigazioni svolte dal Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria hanno rilevato che Andrea Hila, oltre a fare le veci del capo, da Molfetta, dove risiede attualmente, si occupava anche della vendita di consistenti quantitativi di droga in Puglia e nelle altre regioni non coperte, direttamente, da altri referenti dell’organizzazione. Metvelay, titolare di un bar situato nel porto (che da oltre un anno ha cambiato gestione), dove c'era un’altra base logistica, tramite false certificazioni di lavoro aveva consentito ad H.S. di ottenere il permesso di soggiorno. In questo modo il capo dell’organizzazione poteva prendere parte ai summit, controllando sul luogo l’attuazione delle strategie criminali già pianificate in Albania. Dall’Italia, H.S. poi raggiungeva Luigj Mrinaj in Germania, per trattare di persona l’acquisto della sostanza stupefacente e il trasporto in Italia per mezzo di corrieri fidati. Una volta introdotta in Italia e ceduta la droga agli altri membri, e incassato il bottino frutto dell’attività illecita, H.S. ripartiva per raggiungere l’Albania. Tutti i componenti erano soliti utilizzare schede telefoniche dedicate, limitare le conversazioni telefoniche, utilizzando la massima ermeticità e cripticità riservandosi di comunicare i dettagli negli incontri di persona in Albania.

Per indicare la droga venivano usati diversi termini convenzionali ad esempio 'il motorè, 'la macchinà, il 'furgonè, il 'camion', così come era radicata l’abitudine di definire gli altri membri del gruppo tramite nomignoli e appellativi, senza mai fare menzione al vero nome di battesimo. Un linguaggio sibillino e criptico veniva utilizzato anche per indicare i luoghi di appuntamento. In alcune circostanze, inoltre, è stata riscontrata l’esportazione di cocaina dall’Italia verso l’Albania, in controtendenza con quello che è il normale flusso del narcotico. Particolarmente utile alle indagini eseguite dal Gico della Guardia di Finanza è stata la collaborazione con l’Albania, sia in fase di rogatoria internazionale che durante l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere rese possibili all’estero grazie alla collaborazione assicurata dal Comando Generale della Guardia di Finanza (II Reparto, Ministero dell’Interno - Servizio Interpol e dalla Dcsa). Infatti, grazie agli accordi bilaterali siglati recentemente, è stata estesa la validità dei mandati di arresto europeo anche alla Repubblica di Albania, formalmente al di fuori dell’area Shengen, consentendo l’esecuzione dei provvedimenti in maniera contestuale. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati, complessivamente, oltre 5 chilogrammi di cocaina (per un valore sul mercato al dettaglio pari a circa 450.000 euro) e arrestati in flagranza di reato quattro persone.

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