martedì 11 gennaio 2011

Il superboss Prudentino torna in Italia

ROMA – Giungerà tra poco, con un volo proveniente da Valona (Albania), scortato da personale dell’Interpol, all’aeroporto di Fiumicino, il boss della Sacra Corona Unita.


Albino Prudentino, arrestato il 29 settembre 2010 nel corso dell’operazione dei carabinieri del Ros denominata Calipso, che ha smantellato i vertici della frangia brindisina della Scu e in particolare del 'Clan dei mesagnesi', egemone nella provincia di Brindisi.


All’arrivo allo scalo di Fiumicino, a Prudentino, indagato per associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, verrà notificata dalla Polizia di frontiera e dai militari del Ros un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della città pugliese. L'indagato sarà poi trasferito in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Alle quattro di mattina del 29 settembre scorso era scattata, fra le due sponde dell’Adriatico, un’imponente operazione dei carabinieri e delle forze speciali della Polizia albanese, che aveva consentito la cattura di altri nove boss della Sacra Corona Unita (uno di essi, localizzato in Thailandia e costantemente tenuto sotto controllo dal Ros, era stato arrestato al suo rientro in Italia il 30 settembre, a Malpensa).

Gli arresti erano scaturiti da un’indagine condotta dal Ros fin dal 2007 sul clan Vitale di Mesagne (Brindisi), facente capo ad Antonio Vitale, ritenuto «esponente di vertice della Sacra Corona Unita brindisina e diretta emanazione del capo storico Pino Rogoli». Tutti gli arrestati, fra i quali Albino Prudentino – che il 1 ottobre avrebbe dovuto inaugurare un casinò a Valona – sono accusati di aver ricostituito, di fatto, la struttura di vertice della Sacra Corona Unita fondata da Giuseppe Rogoli, al quale continuavano a far riferimento. I carabinieri hanno documentato, in particolare, il processo di riorganizzazione del consesso criminale, che aveva progressivamente esteso la sua influenza da Mesagne ai comuni limitrofi di Ostuni, Oria e Ceglie Messapica, imponendo nuove regole di rigida divisione territoriale, con un referente per ciascuna località e la delimitazione del raggio d’azione dei gruppi affiliati ai rispettivi territori.

Era stata inoltre esclusa la possibilità di reclutamento in aree diverse da quelle direttamente controllate, per evitare le tensioni verificatesi in passato. Il gruppo aveva poi assunto un ruolo centrale nel traffico di cocaina, avvalendosi per gli approvvigionamenti di due autonomi canali in Piemonte e Calabria. La droga veniva poi distribuita con un’articolata rete di spaccio in Puglia ed Emilia Romagna. E' stato accertato anche il coinvolgimento dell’organizzazione nel controllo di centri scommesse on-line e di sale da gioco, con l’imposizione di forniture di slot machine da parte di Prudentino.

Questi, già inserito nella rete dei contrabbandieri affiliati alla Scu, è ritenuto responsabile, insieme al latitante Daniele Vicientino, anche di un’estorsione commessa ai danni dei titolari di una società di scommesse di Ceglie Messapica, costretti a versare 10 mila euro l’anno.

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