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venerdì 7 maggio 2010
'NDRANGHETA: NUOVE LEVE COSCA GESTIVANO TRAFFICO, 12 ARRESTI
'NDRANGHETA: NUOVE LEVE COSCA GESTIVANO TRAFFICO, 12 ARRESTI
07/05/2010 16:21
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 7 MAG - Gestivano un vasto traffico di droga, soprattutto cocaina e marijuana, con base operativa a Monasterace e spaccio nei comuni dell'alto Ionio reggino e del basso Ionio catanzarese. Con questa accusa 12 persone, considerate dagli investigatori le nuove leve della cosca Ruga, sono state arrestate all'alba dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Tutti gli arrestati, secondo l'accusa, sono legati alla potente cosca Ruga, attiva nei comuni della vallata della fiumara Stilaro, nella Locride, ma con importanti proiezioni nel centro e nel nord Italia e la cui forza di intimidazione, ha spiegato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, "si era estesa nel vibonese, in concorrenza con la cosca Mancuso", una delle più potenti della Calabria. Agli arresti gli investigatori sono giunti indagando sulla faida in atto tra le cosche Ruga-Metastasio e Sia-Procopio, che solo negli ultimi due mesi ha provocato, tra l'alto Ionio reggino ed il basso Ionio catanzarese, quattro vittime. Una scia di sangue cominciata, però, nel milanese, con l'omicidio di Carmelo Novella, ucciso a Vittore Olona il 15 luglio del 2007, per arrivare agli ultimi due agguati: quello contro Giovanni Vallelonga, di 62 anni, di Caulonia, ritenuto legato ai Sia, ucciso il 21 aprile scorso nella zona di Stilo (Reggio Calabria), e dello stesso capo della cosca Sia, Vittorio Sia, assassinato il giorno successivo a Soverato (Catanzaro). Vallelonga, tra l'altro, era cugino di Domenico Vallelunga, di 52 anni, ritenuto il boss dell'omonima cosca di Serra San Bruno (Vibo Valentia), anche lui, secondo gli investigatori, legato ai Sia, ucciso il 27 settembre del 2009 davanti al Santuario dei Santi medici Cosmo e Damiano, a Riace (Reggio Calabria), dove era in corso la celebrazione della festa patronale del paese. Agli arrestati, in ogni caso, non vengono contestate responsabilità negli omicidi. Il figlio di Andrea Ruga, il presunto boss della cosca, Giuseppe Cosimo, ha provato a sfuggire ai carabinieri che si sono presentati a casa sua, a Monasterace, per arrestarlo, ma il suo tentativo è durato poco. L'uomo, vedendo i militari avvicinarsi, è uscito frettolosamente dall'abitazione ed ha provato a nascondersi nei campi vicini, ma è stato individuato e arrestato. (ANSA).
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