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venerdì 21 maggio 2010
Le dichiarazioni sull’on.Cascio. Davilla, La Rocca e Derelitto dovevano morire.
Le dichiarazioni sull’on.Cascio. Davilla, La Rocca e Derelitto dovevano morire.
Il collaboratore di giustizia di Sambuca di Sicilia Calogero Rizzuto, insieme al collega e collaboratore di giustizia, Maurizio di Gati, accendono il processo “Scacco matto”
quello che si sta celebrando con il rito ordinario avanti il Tribunale di Sciacca.
Nel corso di un’udienza speciale celebratasi a Bergamo, i pentiti hanno radiografato l’intera situazione mafiosa della Provincia, confermando quanto avevano dichiarato prima e aggiungendo nuovi ed importanti particolari. Rizzuto tira in ballo nuovamente il deputato regionale dell’Udc
Salvatore Cascio, di Ribera. Prima di questa vicenda mafioso-elettorale, si aveva traccia in un verbale riassuntivo depositato dai Pm. Una sola riga: “Alle regionali abbiamo votato per Cascio”.
Qualcosa in più in un altro verbale pieno di omississ: “Salvatore Imbornone (imputato per mafia
nel processo Scacco Matto e condannato in primo grado con il rito abbreviato a 11 anni e 4 mesi di reclusione) gli aveva detto di votare per le regionali Salvatore Cascio, fornendomi fac simili. Insieme a Gino Guzzo distribuimmo i fac simili ai fratelli Campo di Menfi”. Poi, in udienza
a Bergamo ha testualmente dichiarato: “Poi io li ho rivisto di nuovo ai fratelli Campo, l’ultima volta che li ho rivisti è stato, mi sembra, il periodo delle elezioni, nel mese di maggio, nelle elezioni
regionali, dove io ho consegnato... eravamoio, Guzzo e tutti e due i fratelli Campo, ci siamo visti in aperta campagna a Menfi, dove io ho consegnato i volantini per dirci che dovevano votare a
Cascio. P.M. – A Cascio chi? Rizzuto – Cascio, il nome non me lo ricordo, comunque o
di Villafranca o di Lucca era, un Dottore che si portava per l’Udc, dovevano votare a questo.
P.M. – Che non c’entra niente con i fratelli Cascio. I. Rizzuto –No, no, non c’entra niente con i fratelli Cascio. Ho dato i volantini per votare a Cascio, e nell’occasione il Guzzo ha detto se
si poteva entrare a Menfi a piazzare le sigarette di contrabbando in quell’occasione. E lì è stata l’ultima volta che io ho visto i fratelli Campo, perché poi abbiamo avuto lavori, poi siamo stati arrestati, e non ho visto più i fratelli Campo”. Il deputato regionale Cascio, già in passato ha
avuto modo di dichiarare che “di non conoscere la persona, i fatti, e di non avere mai avuto a che fare con Rizzuto e le persone citate dal collaboratore”. L’indagine, tuttavia, c’è ed è in corso.Nelle pagine 2 e 3 Grandangolo pubblica le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
Emergono fatti nuovi ed importanti: Cosa nostra doveva uccidere Pietro derelitto e Mario Davilla; il padrino di mafia di Rizzuto è stato Francesco Cicero, Giuseppe La rocca, detto l’argentino,voleva organizzare un traffico di droga e per questo Maurizio Di Gati voleva eliminarlo ed inoltre,
Franco Capizzi, mafioso riberese, è stato destituito da Giuseppe falsone, dalla carica di rappresentante perché aveva fattoi un pacco” a Messina Denaro e Giuseppe Grigoli
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