lunedì 24 maggio 2010

Operazione antimafia a Gela


Operazione antimafia a Gela

Sette arresti, colpita Cosa Nostra

GELA (CALTANISSETTA) - Cosa nostra gelese, nel settembre del 1998, avviò la sua penetrazione nel mondo dello sport e in quello degli appalti nel petrolchimico dell'Eni, attraverso il tentativo di controllo della locale squadra di calcio e del Cns, uno dei consorzi facente capo alla Lega delle Cooperative, che fungeva da 'centro servizi' e raggruppava alcune imprese e società della cooperazione operanti nello stabilimento.

Ma il suo presidente dell'epoca, l'ingegnere Fabrizio Lisciandra, che era anche consigliere comunale e massimo dirigente della Juveterranova, squadra di serie C2, si rifiutò sia di dimettersi sia di collaborare con il boss Daniele Emmanuello, il quale (d'intesa con due faccendieri della cosca mafiosa)diede l'ordine di ucciderlo.

Per sua fortuna, nell'agguato tesogli davanti allo stadio comunale, l'arma del killer si inceppò dopo il primo colpo e Lisciandra se la cavò con una ferita a una gamba. A distanza di 12 anni la Squadra mobile ha identificato mandanti ed esecutori dell'agguato, eseguendo in nottata sette ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del tribunale di Caltanissetta, Gianbattista Tona, su richiesta della Dda nissena. Devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, tentate estorsioni, danneggiamenti e rapina.Tra gli arrestati figura anche un medico, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

L'operazione è stata denominata in codice "Leonina Societas". Alcuni degli imputati avrebbero anche aggredito, picchiato e rapinato di 15 milioni di vecchie lire un imprenditore. Questi i nomi dei sette arrestati: Giuseppe Alabiso, 56 anni, medico odontoiatra, che al momento dell' arresto ha avuto un malore ed è stato portato in ospedale; Angelo Cavaleri, 38 anni; Gianluca Gammino, 36 anni; Paolo Portelli, 42 anni; Emanuele Sciascia, 68 anni; Filippo Sciascia, 63 anni e Giuseppe Stimolo, 34 anni, tutti di Gela.

Le accuse, a vario titolo, associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, tentate estorsioni, danneggiamenti e rapina. Giuseppe Alabiso, considerato medico compiacente, è cognato di Filippo Sciascia. L'accusa ritiene che il professionista abbia fornito alla mafia preziose informazioni sulle disponibilità economiche delle persone da sottoporre ad estorsione.

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