martedì 25 maggio 2010

Palermo, le vittime del pizzo collaborano: 4 arresti


Palermo, le vittime del pizzo collaborano: 4 arresti

PALERMO – I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno fermato quattro presunti esponenti del clan mafioso di Resuttana. Sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione. Il provvedimento di fermo, emesso dalla Dda di Palermo, si è reso necessario per interrompere l’attività estorsiva degli indagati e la loro possibile fuga. Tra gli aspetti importanti del blitz, la collaborazione di numerose vittime del racket che, rompendo il tradizionale muro di omertà, hanno ammesso di avere subito le richieste di denaro, fornendo anche nuovi spunti agli inquirenti. Tra le vittime degli estortori anche l’ex giocatore del Palermo Gaetano Vasari, che ora gestisce un panificio.

L’inchiesta. L’inchiesta, condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri, è la prosecuzione di una più ampia attività di indagine che, negli ultimi mesi, ha portato all’arresto di 33 tra boss e gregari del mandamento mafioso di Resuttana e al ritrovamento dell’arsenale dei capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Un importante contributo all’indagine è stato dato dal neocollaboratore di giustizia Manuel Pasta che ha aiutato i carabinieri a ricostruire la mappa delle estorsioni nel mandamento. L’inchiesta è stata coordinata dai pm della Dda Lia Sava, Marcello Viola, Francesco Del Bene, Anna Maria Picozzi e Gaetano Paci.

Gli arrestati. In cella sono finiti Marcello Campagna, 43 anni, dipendente di una società di vigilanza; Massimo Di Fiore, 36 anni; Pietro Pipitone, 30 anni; e Diego Ciulla, 49 anni, commerciante che, secondo gli inquirenti, riscuoteva il pizzo per conto del clan.

Vittime “eccellenti”. C’era anche l’ex giocatore del Palermo Gaetano Vasari, che ora gestisce un panificio, tra le vittime del racket delle estorsioni gestito dal clan mafioso di Resuttana. Il particolare, rivelato agli investigatori dal neo pentito Manuel Pasta, emerge dall’indagine dei carabinieri che oggi ha portato al fermo di 4 presenti esponenti della cosca. L’estorsione, svelata dal collaboratore di giustizia, è stata confermata dall’ex ala del Palermo che ora ha un’attività commerciale vicino allo stadio. Il giocatore, che ha negato di avere subito danneggiamenti dalla mafia, ha però, raccontato di avere ricevuto la visita di due persone che gli avrebbero chiesto i soldi per i familiari dei detenuti, classica formula usata dal racket del pizzo. Vasari, temendo ritorsioni, gli avrebbe dato 1.000 euro.

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