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giovedì 13 maggio 2010
Camorra, Gdf arresta imprenditore
Camorra, Gdf arresta imprenditore
Caserta, imprenditore legato ai Casalesi
incastrato da 11 pentiti: arrestato
Paolo Diana padrone di un impero, ma da 20 anni non dichiarava redditi
Sequestrati beni per oltre 20 milioni tra cui decine di case a Roma
CASERTA (13 maggio) - Beni e aziende (tra cui una concessionaria d'auto di lusso) per un valore di circa 20 milioni di euro, nella disponibilità di Paolo Diana, noto imprenditore casertano e dei suoi familiari, sono stati sequestrati all'alba dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli (GICO), coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Sequestri sono in corso in varie località del territorio nazionale.
Paolo Diana Forniva autovetture e denaro agli affiliati del clan dei Casalesi, assicurava appoggi logistici per agguati mortali, metteva a disposizione le proprie abitazioni come base di appoggi durante la 'guerra' tra le diverse fazioni del clan. Rapporti, insomma, «stabili», nient'affatto occasionali con i Casalesi.
È per tutto questo che è stato arrestato il noto imprenditore casertano operante nel settore del commercio di veicoli e del trasporto merci.
Ad incastrarlo le indagini, delegate dalla Dda di Napoli al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ma anche le dichiarazioni di 11 collaboratori di giustizia che, concordemente, hanno indicato Diana, detto 'Scarpone', insieme ai figli Nicola e Pasquale, fiancheggiatore dei Casalesi.
Era lui, infatti, che ospitava presso le proprie abitazioni latitanti e camorristi del calibro di Domenico Bidognetti, Luigi Guida, Egidio Coppola, vertici del clan. E poi era sempre lui che fungeva da intermediario per fissare incontri tra affiliati e latitanti con amministratori pubblici e che incontrava personalmente appartenenti al sodalizio criminale durante la loro latitanza.
Alle dichiarazioni degli 11 pentiti ci sono state i riscontri degli investigatori. L'attività investigativa avrebbe «consentito di rivelare come il Diana Paolo ha effettivamente intrattenuto rapporti stabili e non occasionali - spiegano alla Dda - con esponenti delle varie fazioni del cartello camorristico denominato clan dei Casalesi».
Spiegano gli inquirenti che «in considerazione della qualità di imprenditore è apparso doveroso approfondire le indagini sulla provenienza e sulle modalità di incremento dell'ingente patrimonio famigliare». Paolo Diana e i suoi famigliari avrebbero nella propria disponibilità beni mobili e immobili aziende e disponibilità finanziarie in misura sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati o alle attività economiche esercitate. Paolo Diana negli ultimi 20 anni non ha mai dichiarato redditi ed è titolare di una ditta che non ha mai presentato alcuna dichiarazione ai fini dell'Iva.
Il giudice delle indagini preliminari ha emesso un decreto con il quale ha disposto il sequestro di 5 società e 3 ditte individuali, 24 appartamenti nel Casertano e 19 a Roma, quote di proprietà di altri 27 appartamenti di cui 24 a Caserta e 3 a Roma. I finanzieri hanno anche sequestrato 8 auto, 9 quote societarie e 103 rapporti bancari e assicurativi.
Nei confronti dell'imprenditore, ritenuto affiliato all'organizzazione camorristica dei Casalesi ed accusato di associazione di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori, il GIP di Napoli ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
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