giovedì 9 giugno 2011

A Faggiano (Taranto) sfornavano biscotti con prodotti scaduti

FAGGIANO - Il primo «avviso» lo aveva ricevuto già l’anno scorso quando gli ispettori della Asl, nel corso di un controllo di routine si erano già accorti delle carenze igieniche e avevano imposto al titolare dello stabilimento «San Giuseppe Oro di Puglia srl» di Faggiano una serie di pesanti prescrizioni.

Ieri gli stessi ispettori sanitari sono tornati nei capannoni della fabbrica di biscotti alle porte di Faggiano. Ma questa volta, insieme con loro, c’erano anche i militari delle Fiamme Gialle. Lo scenario desolante non era cambiato di molto.

Pane, biscotti, farine, confezioni di burro e marmellate, molte delle quali scadute da anni, erano accatastate senza alcun tipo di principio igienico di base su scaffali e addirittura, in molti casi, sul pavimento, tra blatte e cicche di sigarette.

È finito tutto sotto sequestro perchè, come ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il maggiore Giuseppe Micelli, vice comandante del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, «lo scenario che si è presentato ai nostri occhi è davvero indescrivibile».

Così due capannoni di circa 900 metri quadri adibiti a panificio (pur non avendo sembra l’autorizzazione per panificare) e biscottificio nella zona industriale di Faggiano, utilizzati come deposito e laboratorio, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza per gravi carenze igienico-sanitarie e mancanza delle concessioni e autorizzazioni amministrative e sanitarie.

Dal verbale di sequestro delle Fiamme Gialle si legge che nel laboratorio sono stati trovati anche 200 chili di cioccolata ottenuta riciclando uova di Pasqua scadute. La cioccolata veniva poi lavorata per realizzare biscotti e crostate.

Nel corso del controllo, eseguito come avviene in questi casi, in collaborazione con personale del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale, i finanzieri del col. Nicola Altiero hanno sequestrato 550 chili di farina priva di certificazione d’origine, 400 chili di pane cotto pronto per essere venduto all’ingrosso che, però, era stato lasciato sul pavimento dei capannoni, 200 chili di pasta lievitata che doveva essere lavorata, 150 chili di biscotti, 92 di marmellata (quella alle visciole, come documentano anche le fotografie scattate dalle Fiamme Gialle risulta scaduta nel 2005) e 27 chili di burro e margarina scaduto e in cattivo stato di conservazione. Tutti i prodotti, secondo la Finanza, sono privi dei requisiti di tracciabilità. Non è possibile, in sostanza, capire la loro provenienza e, in molti casi, anche la data di scadenza.

Il titolare dell’azienda, un faggianese, è stato denunciato alla magistratura per commercializzazione di sostanze alimentari nocive e frode in commercio. L’attività ispettiva ha riguardato anche la posizione lavorativa dei dipendenti. La Finanza ha accertato la presenza di un lavoratore completamente in nero, cioè privo di ogni copertura previdenziale, assistenziale ed assicurativa. I rappresentanti di Asl e Finanza hanno fatto notare ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa, come particolarmente significativi siano i numerosi casi di esercizi commerciali che versano in precarie condizioni igienico-sanitarie in provincia di Taranto, con possibili gravi pericoli per la salute pubblica. I controlli vanno avanti da ormai più di un anno e sotto sequestro sono finiti decine di esercizi commerciali e aziende. L’ultimo episodio ha interessato sempre un panificio questa volta a Crispiano. I finanzieri hanno trovato sette quintali di farina scaduta e 450 chili di pane già pronto, due lavoratori a nero e nessuna autorizzazione all’esercizio e così, domenica notte, hanno fatto scattare i sigilli al panificio «San Marco» di Crispiano. Anche in questo caso sono state riscontrate «violazioni per gravi carenze igienico-sanitarie rilevate nei locali adibiti a punto vendita e laboratorio di prodotti alimentari da forno, tali da recare pregiudizio alla salute ed all'incolumità dei consumatori».

 Maristella Massari

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