venerdì 10 giugno 2011

Corigliano, sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose

Fino alla decisione del CdM erano state numerose le polemiche da parte di esponenti politici che avevano già chiesto le dimissioni di Pasqualina Straface
 
Dopo dieci mesi dall'operazione che portò all'arresto dei fratelli del sindaco di Corigliano, e le numerose polemiche seguite, è arrivata la decisione del Consiglio dei Ministri sul Comune di Corigliano che è stato sciolto per presunte infiltrazioni mafiose emerse da una indagine della Dda di Catanzaro che ha travolto il sindaco, Pasqualina Straface, del centrodestra, indagata per concorso esterno.


A Corigliano Calabro, il sesto comune della Calabria per grandezza e popolazione, si era votato nel giugno 2009 ed il sindaco Straface fu eletta al secondo turno con il 53,1% dei voti. A distanza di un anno dalle elezione il sindaco è stato travolto dall’inchiesta dei magistrati del capoluogo calabrese che, nel luglio del 2010, ha portato all’arresto dei due fratelli, Franco e Mario Straface, insieme ad altre 65 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, estorsione, usura e sfruttamento della prostituzione.

I fratelli Straface sono accusati da alcuni collaboratori di giustizia di essere legati storicamente al «locale» di Corigliano, una delle cosche più potenti della Calabria, che opera nell’alto Ionio cosentino.

I due imprenditori sono accusati, tra l’altro di un’estorsione compiuta nel corso della realizzazione di un villaggio turistico. Il titolare della società che stava realizzando la struttura, è l’accusa mossa dalla Dda, sarebbe stato costretto da Maurizio Barilari, ritenuto il capo della cosca di Corigliano, ad affidare un appalto milionario, prima per la sola fornitura del cemento e poi per tutta l’opera, alla Straface Srl di Mario e Franco.

Dalle indagini erano emersi anche contatti tra il sindaco Straface ed un parente molto stretto di Santo Carelli, ritenuto dagli investigatori il boss e fondatore della cosca di Corigliano, attualmente detenuto perchè deve scontare una condanna definitiva all’ergastolo. I contatti, secondo l’accusa, risalirebbero al periodo immediatamente precedente alle elezioni comunali del 2009 e la Dda ritiene che fossero finalizzati a garantire l’elezione a sindaco di Pasqualina Straface. Gli elementi emersi nel corso delle indagini avevano indotto, nel settembre del 2010, l’allora prefetto di Cosenza Antonio Reppucci (attualmente Prefetto a Catanzaro), a disporre l'insediamento della commissione d’accesso i cui lavori si sono conclusi nei mesi scorsi.

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