giovedì 25 ottobre 2012

Sanità Campania, scure sui primari ce ne sono 130 più del previsto



di Gerardo Ausiello
NAPOLI - Cala la scure sui primari. Sono ancora troppi, nonostante i tagli messi in campo in questi mesi. Così la Regione, su pressing del ministero della Salute, corre ai ripari. L’obiettivo è ridurre del 10 per cento il numero delle strutture complesse (i reparti, ciascuno dei quali retto da un primario o da un facente funzioni) che sono circa 1.300: significa 130 primari in meno. Un ulteriore sforzo riguarderà le strutture semplici (che garantiscono servizi di supporto ai reparti): dalle 2.700 attuali si arriverà a 1.400. Dati che derivano dai parametri fissati dal ministero di Renato Balduzzi e a cui tutte le Regioni devono attenersi: in ambito ospedaliero sono previsti 17,5 posti letto in ogni struttura complessa mentre per ciascuna di queste ci saranno 1,31 strutture semplici. Più stringenti i paletti per l’ambito territoriale, di competenza delle Asl: ogni primario dovrà servire 13.515 residenti.

È tutto nero su bianco nel decreto 135, firmato dal governatore-commissario Stefano Caldoro, in cui vengono indicate le linee guida che i manager di aziende sanitarie e ospedaliere dovranno seguire per avviare le necessarie riorganizzazioni interne. Una volta completato l’iter burocratico e amministrativo previsto dalla legge, i direttori generali avranno 30 giorni di tempo per spiegare come e dove intervenire. La deadline è fissata per la fine dell’anno. La strada appare dunque in salita anche se la situazione risulta molto diversa rispetto a qualche anno fa. Basti pensare che nel 2010 in Campania le strutture complesse erano 2.048 (soltanto la Lombardia ne aveva di più, 2.413, ma con il doppio degli abitanti), quelle semplici addirittura 9.845, ovvero oltre il triplo di Lombardia (3.072) e Lazio (3.061) nonché quattro volte quelle di Sicilia (2.477), Veneto (2.390) ed Emilia Romagna (1.643).

Un discorso simile vale per il deficit: per effetto dei tagli e dell’aumento delle addizionali Irap e Irpef (qui si pagano le tasse più alte d’Italia) si è passati dai 774 milioni di passivo del 2009 ai 270 del 2011; quest’anno si punta al pareggio di bilancio per mettere fine al commissariamento.

Tali misure, fanno sapere gli esperti di Palazzo Santa Lucia, sono indispensabili per rimettere i conti in ordine ma non si tratta solo di questioni economiche: alla base della rivoluzione «c’è la scommessa di migliorare la qualità del servizio eliminando sprechi e inefficienze ereditate dal passato - spiega a tal proposito il senatore del Pdl Raffaele Calabrò, consigliere di Caldoro per la salute - Abbiamo avviato da tempo un percorso virtuoso che sta producendo risultati significativi e che ci ha portato praticamente ad azzerare il passivo accumulato. Bisogna proseguire lungo questa strada attraverso il gioco di squadra che deve coinvolgere tutti: istituzioni, sindacati, dirigenti e operatori sanitari.

Insieme potremo risolvere i difficili problemi che abbiamo di fronte». I sindacati, però, non ci stanno. Il coordinatore provinciale dell’Anaao, Franco Verde, va all’attacco: «L’assenza di linee guida per la formulazione delle piante organiche comporta caos e anarchia e può lasciare le singole aziende nelle condizioni di carenza e di esuberi e quindi nelle difficoltà attuali. Continuano, nel frattempo, i privilegi che il presidente Caldoro concede ai Policlinici universitari grazie a sregolati protocolli d’intesa».

Il presidente regionale dell’Anpo, Vittorio Russo, non ha dubbi: «Siamo disponibili a sopportare questi sacrifici purché rientrino in un processo di razionalizzazione della sanità campana che non comprometta i livelli essenziali di assistenza né la qualità dell’offerta. Occorre inoltre prevedere precise sanzioni per i direttori generali che non raggiungono gli obiettivi e non rispettano le scadenze». Quanto al ruolo degli Atenei, Russo chiarisce: «Finora i Policlinici hanno custodito gelosamente la loro autonomia rispetto al sistema sanitario. È necessario cambiare passo per dar vita a modelli di integrazione funzionale».

Nessun commento:

Posta un commento