giovedì 25 ottobre 2012

Provincia di Vibo: operazione della Finanza

Fermate 2 persone per il buco milionario

Questa mattina la Guardia di Finanza ha effettuato ulteriori perquisizioni presso la sede dell'Amministrazione provinciale di Vibo Valentia in relazione all'inchiesta sul buco scoperto nei fondi per l'alluvione che sarebbe stato generato da una dipendente

 
VIBO VALENTIA - La dipendente della Provincia di Vibo Valentia, Mirella Currò, 40 anni, e il marito Baldassarre Bruzzano, di 44, sono stati sottoposti a fermo dagli uomini della Gardia di Finanza per peculato in concorso. A più riprese, fra agosto del 2009 ed il novembre del 2011, si sarebbero appropriati di un milione 300.000 euro, attraverso mandati di pagamento a beneficio di congiunti e parenti. I due avrebbero approfittato della posizione, negli uffici amministrativi dell’ente, per poter effettuare le operazioni finanziarie e contabili. L’operazione è stata chiamata in codice «Odor Lucri» ed è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo. Le Fiamme gialle, stamani, hanno, inoltre, sequestrato documentazione negli uffici dell’ente. Al momento non si esclude la possibilità che vi possano essere ulteriori indagati rispetto ai quattro già noti.

L'attività investigativa era iniziata il 13 settembre scorso, dopo la scoperta di un ammanco sui fondi pubblici da parte dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, immediatamente denunciato alle Autorità competenti. La complessa attività d’indagine avrebbe permesso alle Fiamme Gialle di appurare che i fermati, attraverso vari artifici, si erano indebitamente appropriati di 1.300.000 euro circa. Secondo quanto accertato, la donna, in concorso con altri 3 indagati, nel periodo da agosto 2009 a novembre 2011 ha emesso numerosi mandati di pagamento per false prestazioni di servizio a nome di suoi congiunti, inducendo in errore l’ amministrazione d’appartenenza che, in più riprese, aveva liquidato le somme. Avendo fondato motivo di ritenere che fosse in atto un’attività diretta ad occultare i proventi dell’attività illecita nonchè un pericolo di fuga, la magistratura ha emesso misure cautelari di nei confronti di due degli indagati e disposto perquisizioni e sequestri di documentazione anche negli uffici dell’ente pubblico. L'attività ispettiva sinora posta in essere avrebbe permesso di individuare la tecnica utilizzata dagli indagati per appropriarsi delle provvidenze pubbliche. È stata richiesta, per questo scopo, la collaborazione del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria – Gruppo di Reggio Calabria.

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