giovedì 11 ottobre 2012

Lazio, il capogruppo Idv indagato distoglieva i fondi su 10 conti personali

Si è dimesso, bufera sull'avvocato di Di Pietro. L'accusa: oltre a bonifici anche prelievi sospetti di contante



ROMA - Un copione già visto, con gli uomini del Nucleo valutario della guardia di Finanza che tornano alla Regione Lazio. Ma questa volta al gruppo Idv. E dopo Francone Fiorito, tocca a Vincenzo Maruccio finire sul registro degli indagati. Altro giro e altro schieramento: uomo di Antonio Di Pietro, ex assessore della giunta Marrazzo, ma soprattutto capogruppo di Italia dei Valori alla Pisana e fiduciario del conto. L’accusa è ancora peculato. Perché secondo la Finanza, Maruccio si sarebbe messo in tasca oltre 700 mila euro in poco più di un anno, tra aprile 2011 e giugno 2012. Fondi pubblici, destinati all’attività politica, finiti sui depositi personali, senza una giustificazione apparente.Lui, Maruccio, respinge ogni accusa e, per difendersi da «privato cittadino», ha consegnato «irrevocabili» dimissioni anche da consigliere.

Sono dieci i conti bancari sui quali l’ex capogruppo avrebbe spalmato 581 mila euro di bonifici senza causale o con «la generica causale rimborso o restituzione anticipazione» un deposito all’Unicredit, tre a Banca Intesa, due alla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, uno al Credito Artigiano, tre alla Banca delle Marche. Ed è saltato fuori che Maruccio aveva acceso anche due mutui, con rate da quasi 3mila euro complessivi, per l’acquisto di immobili. Una casa intestata alla moglie, Raffaella Sturdà: nove vani e mezzo più box e cantina, a due passi da San Pietro. La stessa dove ieri si sono presentati i militari. «Appare arduo - si legge nel decreto di perquisizione firmato dai procuratori aggiunti Alberto Caperna e Nello Rossi e dal pm Stefano Pesci - ipotizzare l’esistenza di sistematiche anticipazioni attraverso fondi personali da parte di Maruccio che, in virù della sua posizione di presidente del Gruppo consiliare Idv, era l’unica persona abilitata a operare direttamente sui conti correnti del gruppo».

I pm, oltre ai bonifici, contestano a Maruccio altri 200mila euro di prelievi in contanti. Ieri le perquisizioni alla Pisana sono durate oltre otto ore. I militari si sono presentati anche nell’abitazione di Maruccio, allo studio del consigliere, che di professione fa l’avvocato, e sono arrivati persino a Maierato (Vibo Valentia), paesello natio dell’indagato. Lì, però, c’è solo la casa della madre. È stato lo stesso consigliere, poi, a indicare il commercialista di fiducia, Angelo Tozzi, il professionista che custodisce la documentazione contabile del gruppo. E i militari sono arrivati nel suo ufficio con un decreto di acquisizione.
L’inchiesta è partita ancora una volta da una segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia. Come nel caso di Francone.

Gli 007 di Bankitalia avevano notato quelle movimentazioni sospette tra aprile 2011 e giugno 2012. Prima dal conto Cariparma e poi da quello del Credito Artigiano, entrambi accesi dall’Idv alla Pisana. E così dall’Uif sono partite le segnalazioni al nucleo valutario della Finanza. Le prime risposte potrebbero arrivare dalla montagna di carte e dai computer portati via ieri. Ma controlleranno anche a quanto ammontassero gli accrediti che Maruccio faceva a se stesso sulla base dell’articolo 8, quello che, secondo Francone, consentiva al capogruppo di triplicare l’indennità di 4.190 euro destinata ai consiglieri.
 
di Valentina Errante

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