giovedì 25 ottobre 2012

Alla Scala dei Turchi in arrivo le ruspe

Legambiente: "Accogliamo con piacere la notizia che presto la spiaggia verrà liberata dall'ecomostro di cemento. Chiediamo che l'ingiunzione si estenda anche a Lido Rossello"


di CALOGERO GIUFFRIDA
REALMONTE. «Accogliamo con piacere la notizia che presto la spiaggia di Scala dei Turchi verrà liberata dall'ecomostro di cemento. Apprezziamo l'iniziativa della Procura di Agrigento anche se non ci accontentiamo: chiediamo che l'ingiunzione al Comune si estenda anche ai manufatti di Lido Rossello, che dal punto di vista giuridico sono nelle stesse condizioni, tanto che una sentenza definitiva ha sancito la loro insanabilità». Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, commentano l'intervento della magistratura sulla demolizione dell'ecomostro della Scala dei Turchi.

«Approviamo con favore il sostegno della Procura finalizzato ad abbattere l'ecomostro accanto alla Scala dei Turchi. Ci siamo messi subito a lavoro per capire quale è la situazione e quale iter seguire per la demolizione anche in virtù delle nuove leggi in materia. Ieri abbiamo svolto un incontro con i dirigenti dell'Utc, ha detto il sindaco di Realmonte, Pietro Puccio, intervenendo dopo che il sostituto procuratore della Repubblica, Antonella Pandolfi, con il coordinamento del procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, gli ha notificato un'ingiunzione a demolire la costruzione abusiva già nella "blacklist" del ministero dell'Ambiente. «Se non siamo intervenuti fino ad ora - sottolinea il sindaco - non è per qualche inadempienza da parte nostra ma perché il giudizio del Cga per quanto riguarda l'albergo di Scala dei Turchi è stato favorevole ai proprietari che addirittura hanno chiesto al Comune un risarcimento danni di 50 milioni di euro».

Una struttura che fa rabbrividire i turisti che sempre più numerosi arrivano alla Scala dei Turchi. Come d'altronde gli altri ecomostri poco più in là, verso il faro, a Capo Rossello, quelli che forse saranno salvati, almeno a metà. Furono costruite nel 1992 e nel 1994, dopo le denunce di Legambiente, furono arrestati membri della commissione edilizia e alcuni imprenditori, condannati prima e assolti poi. Arrivarono altre denunce di Legambiente, ma gli scheletri di cemento sono ancora lì sulle dune di sabbia dorata all'ombra della costa bianca.

«Qui la situazione è diversa - spiega Puccio -. I titolari avevano la concessione edilizia in conformità ai pareri della Commissione regionale urbanistica dell'assessorato Territorio e Ambiente, che non è stata mai annullata. E diversamente da quello di Scala dei Turchi i lavori furono eseguiti in conformità al progetto iniziale. Mentre sulla vicenda c'è un giudizio pendente davanti al Tar, i proprietari delle tre villette a Capo Rossello - spiega il primo cittadino - hanno presentato un progetto di completamento dell'opera che prevede la demolizione del primo piano, l'ultimazione del piano terra e la rinuncia alla costruzione di altre villette inizialmente previste dal progetto. Per il Comune il parere potrebbe essere favorevole, ma si attende il parere della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento».

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