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martedì 6 luglio 2010
Usura: blitz dei carabinieri tra Lecce e Bologna
Usura: blitz dei carabinieri tra Lecce e Bologna
Maxi operazione dei Carabinieri contro racket ed usura
In piena notte e fino alle primissime ore della mattinata odierna, circa 250 militari del Comando Provinciale di Lecce, con elicotteri e unità cinofile, hanno setacciato varie località del Salento, per dare esecuzione, nell’ambito dell’operazione denominata “Shylock”, a 19 provvedimenti di cattura disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce contro una “gang” specializzata in usura, estorsione ed esercizio abusivo delle attività finanziarie, composta da insospettabili professionisti ed elementi della Sacra Corona Unita. Sequestrati beni per 1 milione di euro tra auto, conti correnti, appartamenti e terreni. Per i soggetti finiti in manette l’accusa è aggravata dall’uso di metodologie mafiose. Stroncato il traffico di ben sei “centrali” di intermediazione usuraria, attive fra Trepuzzi, Surbo, Lecce, Lequile e Nardò e nella provincia di Bologna. Alle vittime già ridotte sul lastrico, gli arrestati imponevano fra l’altro, mediante falsificazioni documentali di una compiacente impiegata di una nota Finanziaria del leccese e pesanti minacce, l’accensione di mutui per il pagamento dei debiti usurari, questi ultimi già con tassi di interesse tra il 120% ed il 300%.
Come funzionava l’organizzazione malavitosa
Le indagini, avviate nel febbraio del 2009, in seguito ad una denuncia sporta da un imprenditore, attraverso intercettazioni telefoniche ed indagini bancarie, hanno portato alla scoperta di sei canali usurari, facenti capo alla citata organizzazione malavitosa. Una decina in tutto le vittime accertate delle quali solo 4 hanno denunciato. Si tratta di tre imprenditori in difficoltà ed un impiegato. Tra i sistemi maggiormente utilizzati quello del cambio assegno post-datato che faceva schizzare gli interessi al 120% annui sino, in alcuni casi, a punte del 300%. Alla vittime, puntualmente minacciate e ridotte sul lastrico, la stessa organizzazione imponeva anche la risoluzione del problema facendo ottenere loro prestiti da società finanziarie, con il meccanismo della truffa attraverso la comunicazione di dati falsi (buste paga, ecc.), costringendole poi a versare quel danaro per pagare i tassi usurari. A due degli arrestati è stata contestata l’aggravante dell’associazione mafiosa, essendo gli stessi già condannati per questo tipo di reato e perché hanno agito con le tipiche modalità mafiose, sottraendo a chi non era in grado di restituire il capitale beni mobili ed immobili. Ad una delle vittime che non riusciva ad onorare il “debito” sono stati “sottratti” un terreno ed una moto di grossa cilindrata. Il vorticoso giro di assegni avveniva principalmente su alcuni c/c ed al cambio si prestava anche una finanziaria locale il cui titolare è stato arrestato. Uno di questi c/c, intestato ad una confraternita, veniva utilizzato da uno degli arrestati per i prestiti “a strozzo”. Sono stati sequestrati beni mobili ed immobili, nonché c/c per il valore di circa 1 milione di euro. In particolare due abitazioni ubicate in Trepuzzi e Marittima di Diso, un terreno in località Spiaggiabella, un’auto di grossa cilindrata e n. 5 c/c. La misura cautelare si è resa necessaria anche per le inquietanti pressioni che alcuni indagati, nell’ultimo periodo, avevano iniziato ad attuare nei confronti delle vittime alle quali, oltre ai numerosi messaggi minatori, sono stati provocati anche dei danneggiamenti e recapitati portachiavi con bare. Nel corso delle operazioni è stato rinvenuto e sequestrato numeroso materiale tra cambiali, assegni e p.c., ritenuto utili alle indagini. Gli arrestati sono stati associati alle Case circondariali di Lecce e Bologna. Alcune vittime sono assistite dallo sportello antiracket di Lecce.
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