giovedì 8 luglio 2010

Inchiesta su eolico, arrestati Carboni e altri due


Inchiesta su eolico, arrestati Carboni e altri due

L'imprenditore Flavio Carboni e altre due persone sono state arrestate oggi dai carabinieri con l'accusa di aver costituito un'associazione segreta, allo scopo di gestire appalti illeciti e di interferire anche nell'attività politica e giudiziaria. Lo riferiscono fonti giudiziarie. Continua a leggere questa notizia

Oltre a Carboni, sono stati arrestati anche Pasquale Lombardi, magistrato tributario, e il costruttore Arcangelo Martino.

Tutti e tre, come il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini (che si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda), sono indagati per corruzione nell'inchiesta principale condotta dalla procura di Roma, quella su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito l'assegnazione di una serie di appalti pubblici in Sardegna per la realizzazione di parchi eolici.

Ma nello stralcio per cui oggi sono scattati gli arresti -- chiesti dal pm Rodolfo Sabelli e autorizzati dal gip Giovanni De Donato -- ai tre vengono contestati i reati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulla ricostituzione di società segrete.

Secondo Ia pubblica accusa, i tre imputati in concorso con terze persone avrebbero costituito un'organizzazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti compresi quelli di corruzione, abuso d'ufficio, diffamazione e violenza privata, caratterizzata dalla segretezza degli scopi dell'attività e della composizione del sodalizio e volta altresì a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale nonché gli apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali.

A tale scopo, dice l'accusa, avrebbero sviluppato una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura e della politica da sfruttare per i fini segreti del sodalizio e ciò anche grazie all'attività di promozione di convegni e incontri di studio realizzati per il tramite dell'associazione culturale denominata "Centro Studi Giuridici per l'Integrazione Europea Diritti e Libertà", gestita da Lombardi e segretario Martino.

I tre avrebbero inoltre approfittato delle conoscenze così realizzate per acquisire informazioni riservate e influire sull'esercizio delle funzioni pubbliche rivestite dalle personalità avvicinate dai membri dell'associazione: in tal modo collocare persone ritenute persone vicine al gruppo in posizioni di rilievo in enti pubblici e apparati dello Stato; ottenere vantaggi di varia natura (compresi appalti pubblici e provvedimenti giudiziari e amministrativi favorevoli); contrastare quanti erano ritenuti avversi agli interessi del sodalizio, adoperandosi perché fossero esclusi da posti di rilievo nel settore pubblico o cercando di suscitare nei loro confronti interventi punitivi.




INTERVENTI ILLECITI SU POLITICI E MAGISTRATI

Nell'ordinanza vengono anche indicati alcuni episodi particolari. I tre, si legge nell'ordinanza, avrebbero concordato l'avvicinamento di giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire nel giudizio relativo al Lodo Alfano che ha introdotto la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato.

Questo loro intervento si è intrecciato col tentativo di ottenere la candidatura di Nicola Cosentino -- dimessosi poi in febbraio da sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale Pdl in Campania dopo la richiesta di arresto per concorso esterno in associazione mafiosa -- alla carica di Presidente della Regione Campania, pretesa come contropartita per gli interventi compiuti sulla Corte Costituzionale.

Negli ultimi mesi del 2009 in vista delle elezioni regionali dello scorso marzo, dice ancora l'ordinanza, i tre si sarebbero impegnati per la candidatura di Cosentino, tentando di influenzare i giudici in modo che il ricorso contro questo provvedimento venisse approvato grazie a rapporti esistenti tra Lombardi e il presidente della Corte di Cassazione, nel tentativo di recuperare la candidatura di Cosentino.

Dopo il rigetto del ricorso e dopo che i vertici di partito avevano individuato in Stefano Caldoro il candidato alla Regione, dice ancora l'ordinanza, il gruppo avrebbe iniziato un'attività diretta a screditare quest'ultimo, per escluderlo dalla competizione elettorale diffondendo notizie diffamatorie sul suo conto.

PRESSIONI PER IL LODO ALFANO

L'accusa avrebbe anche accertato lo svolgimento di una riunione nel settembre 2009 a casa di Denis Verdini, con Carboni, Alpino, Lombardi, il senatore PdL Marcello Dell'Utri, Giacomo Caliendo, i magistrati Antoni Martone e Arcibaldo Miller, allo scopo di trovare il modo per influire sui giudici della Corte Costituzionale che doveva esaminare il Lodo Alfano.

A fine luglio 2009 inoltre, il gruppo avrebbe attuato iniziative nel campo degli impianti eolici in Sardegna, per favorire le nomine di persone gradite, come Ignazio Farris, uno degli indagati nella vicenda sugli impanti eolici.

Lombardi infine -- sempre secondo l'ordinanza d'arresto -- avrebbe anche esercitato pressioni sul Csm per propiziare la nomina a cariche di magistrati graditi al sodalizio tra i quali Alfonso Marra aspirante presidente della Corte d'Appello di Milano, iniziative dirette al fine di far acquisire rapporti privilegiati con dirigenti di alcuni uffici giudiziari.

Il nome di Carboni è comparso in molte inchieste giudiziarie degli anni passati. Ultimamente è stato assolto in appello per l'omicidio di Roberto Calvi, il banchiere coinvolto nel crack della Banca Ambrosiana e trovato impiccato a Londra nel 1982.

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