lunedì 12 luglio 2010

Campania, blitz anti camorra


Campania, blitz anti camorra

Casalesi, sequestri per un mld di euro

Operazione in Campania contro il clan camorristico dei Casalesi da parte dei carabinieri che hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare e decreti di sequestro di beni per un valore stimato di un miliardo di euro, provvedimenti emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Tra i destinatari delle ordinanze, anche i latitanti Antonio Iovine e Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco, soprannominato Sandokan.

Tra le accuse, a vario titolo, l'associazione mafiosa, il riciclaggio e la turbativa d'asta. I sequestri riguardano, imprese, complessi turistici, appartamenti e terreni. Le indagini hanno permesso di evidenziare una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano.

Indagato il prefetto di Frosinone
Nell'inchiesta è anche indagato il prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni: i pm ne avevano chiesto l'arresto, ma il gip Vincenzo Alabiso ha respinto la richiesta. Maddaloni è accusato di turbativa d'asta. L'appalto è quello delle centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria a Caserta. I fatti contestati al prefetto si riferiscono, infatti, al 2008 quando svolse la sua attività come subcommissario prefettizio al Comune di Caserta.

Maddaloni: "Sorpreso e amereggiato"
"Sono sorpreso ed amareggiato per quanto apprendo solo adesso". Lo dice, in una nota, il prefetto Paolino Maddaloni. "Non conoscendo assolutamente i fatti devo ritenere che la vicenda possa essere avvenuta tra la fine del 2005 e la primavera del 2006 quando - ricorda - ero subcommissario al Comune di Caserta con il commissario straordinario prefetto Maria Elena Stasi".

"In proposito - aggiunge - posso assicurare di non aver partecipato alla commissione di gara e di non aver adottato alcuni atto o provvedimento relativo alla gara e di non riuscire a comprendere il mio coinvolgimento nella vicenda". Maddaloni si dice "sereno e fiducioso che la magistratura napoletana vorrà sentirmi quanto prima. In tal senso ho dato già mandato all'avvocato Vittorio Giaquinto di Caserta, al fine di sollecitare detto incontro".

Arrestato anche ex consigliere Udeur
Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari, spicca il nome di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell'Udeur, già coinvolto in altre due inchieste, arrestato con l'accusa di associazione camorristica. Ferrraro è accusato di essersi accordato, nella doppia veste di imprenditore nel settore dei rifiuti ed esponente politico di rilievo regionale, con gli esponenti delle associazioni criminali egemoni nel Casertano e, in particolare, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti.

L'ex consigliere regionale avrebbe ricevuto sostegno elettorale e, assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio determinante per l'affermazione delle loro aziende. In cambio, avrebbero prestato la loro opera a favore del clan "per agevolare l'attribuzione di risorse pubbliche attraverso l'aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti, nonché per favorire il controllo da parte del clan dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti".

Nicola Ferraro, inoltre, con l'aiuto del fratello, avrebbe stretto un accordo generale con Luigi Guida, reggente del clan Bidognetti, un'intesa grazie alla quale si ponevano come intermediari tra gli esponenti degli enti locali sui quali l'ex consigliere Udeur aveva influenza politica - Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano - e l'organizzazione camorristica, per influire sull'attribuzione degli appalti ad imprenditori di comodo e sul pagamento delle somme estorsive al clan.

I due, inoltre, secondo il gip, "fornivano un apprezzabile contributo di rafforzamento alle strutture criminali interessate dagli accordi, che acquistavano consistenti liquidità economiche da distribuire ai singoli affiliati, e un notevole apporto per il sostegno e il proselitismo delle medesime organizzazioni, che acquistavano prestigio ed autorevolezza, dimostrando all'intera cittadinanza dei territori sottoposti alla loro influenza ed ai clan avversari il controllo degli organi istituzionali locali".

Ferraro è attualmente imputato in due processi, uno dei quali per lo scandalo delle assunzioni all'Arpac e per il quale era stato destinatario di un divieto di dimora in Campania, poi revocato.

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