giovedì 29 luglio 2010

Napoli, arrestata Olga Acanfora presidente dei piccoli industriali


Napoli, arrestata Olga Acanfora
presidente dei piccoli industriali


L'accusa è estorsione aggravata
NAPOLI

Arrestata a Napoli l’imprenditrice Olga Acanfora, di 53 anni, presidente del Gruppo piccola industria dell’Unione industriale di Napoli, per il reato di estorsione aggravata. L’ordinanza è stata eseguita nell’ambito delle indagini per l’omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia Luigi Tommasino, ucciso nel febbraio del 2009.

L'amministratrice dell’associazione «Meta Felix» e componente del cda del Centro di medicina psicosomatica di Castellammare di Stabia, con interessi anche nel settore immobiliare, era stata eletta al vertice del gruppo piccola industria di Confindustria Napoli il 23 luglio 2009. Sposata, due figli, è il primo presidente donna del gruppo. Il consigliere comunale, 43 anni, del Pd, fu ucciso il 3 febbraio 2009, nei pressi di casa, mentre era in auto con il figlio piccolo, da sicari ritenuti affiliati al clan D’ Alessandro. Il movente dell’omicidio sarebbe stata una somma di denaro non restituita al clan. Uno dei sicari, Catello Romano, 19 anni, era iscritto alla stessa sezione del Pd di Tommasino. Le indagini per l’omicidio del consigliere comunale hanno portato all’arresto di Salvatore Belviso, ritenuto il braccio destro del boss Vincenzo D’ Alessandro.

Il provvedimento è stato emesso su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia in quanto la Acanfora, con l’intermediazione di Tommasino, avrebbe tra la metà del 2008 e gli inizi del 2009 richiesto l’intervento del clan D’Alessandro per estorcere la riduzione dei costi di lavori professionali prestati alla sua azienda. All’Acanfora è contestata l’aggravante di aver favorito l’associazione cammorristica.

Insieme a Olga Acanfora gli agenti della mobile della questura partenopea e del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia hanno eseguito altre tre ordinanze di custodia cautelare in carcere. In manette sono finiti anche Sergio Mosca, pluripregiudicato di 52 anni, detenuto ed elemento di spicco del clan D’Alessandro, Maio Di Massimo, architetto di 51 anni e Alfonso Di Vuolo, incensurato, imprenditore di 38 anni.

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