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mercoledì 14 luglio 2010
Operativa a Roma la sede decentrata dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità
Operativa a Roma la sede decentrata dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità
È stata inaugurata dal ministro Maroni e dal direttore Morcone, diventerà la base dei contatti istituzionali dell'organismo che è una 'punta di diamante' nella lotta alle mafie
L'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha da oggi una sede decentrata a Roma. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni insieme al direttore dell'Agenzia prefetto Mario Morcone l'hanno inaugurata questa mattina in via dei Prefetti 22.
Una «giornata importante che ci fa sentire più forti con la vostra presenza» ha dichiarato il Morcone salutando le altre autorità presenti alla conferenza stampa, i sottosegretari all'Interno Alfredo Mantovano e Michelino Davico, il sottosegretario all'Economia Sonia Viale. Introducendo la sede decentrata, Morcone ne ha spiegato la ragion d'essere: tenere i contatti con le istituzioni e soprattutto avvicinare al contesto locale l'Agenzia, che 'è nata da poco ma ha tanta voglia di fare', con 114 beni destinati su tutto il territorio nazionale in 59 giorni di operatività effettiva.
L'Agenzia è, del resto, per il ministro Maroni, la «punta di diamante», insieme alla cattura dei latitanti, della strategia di contrasto alla criminalità organizzata che, grazie anche alle misure legislative introdotte, sta dando risultati eccezionali. È proprio l'economia, ha ribadito Maroni, il ganglo per colpire le mafie, perché è soggetta a infiltrazioni mafiose, e non solo nel settore degli appalti, come dimostrano i risultati delle due operazioni di ieri e l'altroieri rispettivamente contro 'ndrangheta e camorra.
Per questo l'attività dell'Agenzia è, secondo il ministro, «assolutamente strategica» perchè, seguendo l'intero iter del bene, ne garantisce la tempestiva destinazione dando ai cittadini la consapevolezza che «lo Stato c'è, continua ad esserci, non solo ripristinando la sicurezza ma anche restituendo alla società i beni ad essa sottratti dalla criminalità e - non ultimo - mantenendo i posti di lavoro». Si tratta, per Maroni, di una «svolta prima di tutto culturale» perché «la destinazione dei beni è fondamentale per risvegliare la coscienza civica e convincere i cittadini che possiamo farcela, che la guerra contro la mafia può essere vinta».
E il messaggio riguarda tutto il Paese. Tutte le regioni italiane, infatti, tranne la Valle d'Aosta, 'ospitano' beni sottratti alle mafie - la maggiore concentrazione è in Sicilia con 4.918 beni - per questo è in previsione, hanno annunciato Maroni e Morcone, la creazione di altre sedi decentrate dell'organismo a Napoli, Palermo e Milano.
Intanto l'Agenzia prosegue il suo lavoro, che è fatto anche, ha ricordato il direttore, di attività di partnership con le università - da poco è stato siglato un protocollo con l'Università di Palermo, ne sono in programma altri con quelle di Napoli e Roma - ma anche con associazioni di categoria e imprese per «mettere a fattor comune» tanti tipi diversi di competenze, necessarie a gestire una realtà complessa sia per la quantità dei beni sequestrati che per la loro diversa natura, che richiede interventi diversificati.
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