L`operazione, con cui gli agenti del commissariato di Tivoli hanno sgominato la banda dei truffatori, è stata battezzata "Malafemmina", proprio come il film con Totò e Peppino. Già perché una delle intercettazioni che ha inchiodato i criminali ricorda proprio la scena della stesura della lettera del celebre “Totò, Peppino e la Malafemmina”. I due membri dell'organizzazione criminale parlano al telefono per scrivere un ordine di merce da inviare a una delle società truffate, ma l’esito della conversazione è a dir poco esilarante.
ll modus operandi della banda era strutturato e si articolava in tre fasi. La prima mossa era individuare le società in difficoltà finanziare, che venivano acquisite e intestate a prestanome, dietro la promessa di salvataggio dalla bancarotta. Spesso per convincere i dirigenti venivano anche versati dei soldi. Poi dopo aver prosciugato le risorse in cassa, le attività venivano condotte al fallimento. Ma i fondi prelevati dovevano sparire in qualche modo. La seconda mossa, infatti, consisteva nella creazione di società fittizie, che avevano spesso come base le strutture delle aziende fallite. Ma non è tutto: la banda passava poi all'acquisto di merce da altre aziende, che non venivano pagate. La refurtiva veniva quindi rivenduta a prezzi stracciati attraverso il passaparola o tramite internet.
Così facendo la banda è riuscita a truffare oltre 70 aziende per un bottino complessivo accertato di tre milioni di euro.

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