Nel Villaggio della legalità alla fiera del Mediterraneo, esposti i lavori dei ragazzi. E sul palco poesie, canti e balli
PALERMO. "Contro il buio della mafia, il sole della legalita" e "Nell'era dell'inganno universale, solo dire la verità e un atto rivoluzionario". Sono alcune delle scritte che si leggono nei lenzuoli decorati dagli studenti nel Villaggio della legalità, allestito negli spazi espositivi della fiera del Mediterraneo a Palermo in occasione del 19/esimo anniversario della strage di Capaci. Workshop, dibattiti, laboratori grafici, decorazione di lenzuoli, costruzione di aquiloni sono state le attività hanno caratterizzato la manifestazione. Oltre un centinaio le scuole di Palermo e provincia che hanno aderito, presenti anche scolaresche provenienti da tutte le Provincie siciliane e da altre regioni, insieme ai rappresentanti delle consulte provinciali degli studenti di tutta Italia, arrivati stamattina con le due navi della legalità salpate da Civitavecchia e Napoli.
Oltre cinquemila bambini e ragazzi hanno partecipato alle iniziative in programma. In particolare in centinaia si sono esibiti sul palco allestito all'interno del padiglione 20 della Fiera con letture di poesie, coreografie, canti e balli dedicati al tema. La conduttrice Stefania Petix, ha dato il via agli spettacoli, presentando le esibizioni. La piazza tematica, che inizialmente era prevista nel parco della Favorita, a causa del maltempo è stata allestita presso la Fiera, ha visto la presenza di diverse scuole di quartieri a rischio della città come lo Zen, Borgo nuovo e Brancaccio. "Centocinquanta bambini - dice Domenico di Fatta Preside dell'Istituto comprensivo Giovanni Falcone dello Zen, più volte oggetto di raid vandalici l'ultimo meno di un mese fa - della nostra scuola tra elementari e medie si esibiranno su questo palco. Nonostante i ripetuti raid vandalici continuiamo ad andare avanti".
"Quest' anno per la prima volta anche alcune mamme - ha aggiunto - hanno accompagnato i loro bambini e questo è un dato significativo". Per far conoscere ai giovani il lavoro svolto dalle forze dell'ordine è stata anche allestita un' area dedicata per illustrare ai giovani come ogni giorno svolgono la loro attività a tutela dei cittadini. Gli agenti del corpo di polizia scientifica di Palermo, ad esempio, mostravano i sistemi utilizzati per acquisire le impronte digitali, per formalizzare un identikit e le apparecchiature utilizzate per esaltare tracce ematiche su un luogo di reato. Spazio anche ai dibattiti sul tema della criminalità e lotta alla mafia, organizzati da Libera e Addiopizzo e a cui ha preso parte tra gli altri anche il giudice della Corte di Appello a L'Aquila, Giuseppe Ayala, che ha sottolineato: "Manca ancora una cultura del diritto, perché si conosce la subcultura del favore". Per il magistrato "nel momento in cui non si percepisce il potere come erogatore di diritti, ma di favori ci si allontana dalla democrazia e questo è l'humus ideale per la crescita della mafia, che c' è ancora ed è cambiata profondamente".
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