Più spinte erano le prestazioni erotiche a cui le giovani aspiranti prostitute dichiaravano di essere disposte, maggiori erano le possibilità di essere "assunte" e di guadagnare. Era questo l'accordo sotteso dal mansionario inviato tramite posta elettronica dai responsabili del gruppo criminale che "arruolava" avvenenti ragazze ungheresi attraverso Internet.
L'operazione della Squadra mobile ha preso spunto da un'altra indagine conclusa lo scorso novembre che portò all'arresto di 14 persone appartenenti ad un clan familiare che spacciava cocaina. Durante le indagini gli investigatori si erano accorti che spesso i festini a base di droga si concludevano in compagnia di giovani prostitute ungheresi, incontrate in due case di Viareggio.
Le indagini hanno poi rivelato che l'organizzazione utilizzava anche tre appartamenti a Genova e che, visto il buon andamento degli affari, stava per espandersi a Firenze e Prato. L'attività fruttava, infatti, circa 30 mila euro al mese per ognuna delle cinque case gestite.
Una poliziotta ha finto di essere interessata al "lavoro" ed ha compilato il form predisposto dall'organizzazione, dichiarandosi disposta a tutto pur di essere assunta. In questo modo è riuscita ad introdursi nell'organizzazione e a svelarne l'organigramma e la struttura.
Una coppia di ungheresi comandava il gruppo mentre un'altra ragazza aveva il compito, oltre a quello di prostituirsi, di controllare le "colleghe" che si avvicendavano in una delle case di Viareggio. L'italiano invece svolgeva il ruolo di fotografo e riforniva le "lavoratrici" di profilattici.
Nei confronti dei proprietari degli immobili, estranei all'attività illecita, sono state elevate le sanzioni amministrative previste dalla legge.
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