giovedì 5 maggio 2011

Callisto Tanzi entra in carcere "Ero preparato, resto sereno"

Arresto per l'ex patron Parmalat Istanza della difesa: ha problemi di salute, concedere i domiciliari

PARMA
Se l’aspettava, anche perchè i suoi legali gliel’avevano praticamente annunciato, ma in fondo sperava di evitarlo. E quando i finanzieri, nel primo pomeriggio di oggi, hanno bussato alla porta della sua villa per arrestarlo, Calisto Tanzi ha ammesso di essere «sorpreso: non mi aspettavo che mi mandassero in prigione, pensavo accogliessero la sospensiva».

Si è concluso in una cella del carcere di Parma il giorno più lungo dell’ex patron della Parmalat: tra la sentenza definitiva della Cassazione - che ieri gli ha ridotto da 10 anni a 8 anni e un mese la condanna subita in appello per aggiotaggio - e la «visita» delle Fiamme gialle sono trascorse 24 ore giuste. Ore sicuramente vissute, almeno in parte, a rivedere il film della sua vita e del clamoroso crac dell’azienda di Collecchio.

L’ordine di eseguire la sentenza è stato dato dal sostituto procuratore generale di Milano, Carmen Manfredda. I difensori ieri avevano depositato la richiesta di sospensione della pena, ma non è valso a niente: a questo punto, è probabile che l’ex re del latte passi dietro le sbarre almeno qualche giorno, in attesa che il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia si pronunci sugli arresti domiciliari, che poi sono i più probabili, considerati l’età (72 anni) e i problemi di salute certificati dal cardiologo Tiberio D’Aloia che, ieri sera, si è trattenuto a lungo nella villa di Tanzi.

Tra «il ’presoffertò, la richiesta di applicazione dei benefici di legge e l’indulto» - è indicato nell’ordinanza di esecuzione della pena, inflitta ieri dalla Suprema Corte, emessa dalla procura generale di Milano - l’ex patron della Parmalat dovrà complessivamente scontare 4 anni e 4 mesi. Ma sul suo capo pende anche la spada di Damocle della sentenza dei giudici parmigiani che lo scorso dicembre lo avevano condannato a 18 anni di reclusione: su questo filone, che riguarda la bancarotta fraudolenta, ora si attendono i verdetti dell’appello e della Cassazione.

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