martedì 31 maggio 2011

Allarme criminalità Via da Bari anche il questore

BARI - La decisione potrebbe arrivare entro oggi, al termine della riunione del Consiglio di amministrazione del dipartimento di pubblica sicurezza: il questore di Bari, Giorgio Manari, potrebbe essere chiamato ad altro incarico, quindi promosso e trasferito. L'indiscrezione arriva direttamente da Roma, da fonti del Viminale, e attribuirebbe tale decisione a un fisiologico avvicendamento secondo le tempistiche previste sia pure con un po’ di anticipo: i questori cambiano sede ogni tre anni, mentre Manari (è stato questore di Lecce dal settembre del 2004 all’agosto del 2007 prima di andare al servizio centrale dell’immigrazione) si è insediato a Bari il 2 marzo di due anni fa.


L’ESCALATION CRIMINALITÀ - Nessuna certezza, per ora, neanche sul possibile successore di Manari (si parla di Gilberto Calderazzi) anche se in queste ore il caso Bari è all'attenzione dei vertici dell'Interno a seguito dell'escalation di episodi di violenza registrati in città: un problema culminato in queste settimane con i mattinali di polizia e carabinieri che continuano a registrare aggressioni – anche eccellenti – nel cuore della città soprattutto da parte di bande specializzate nel furto dei «Rolex ». Situazione che ha spinto il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, a convocare una riunione a Bari il prossimo 6 giugno. L'avvicendamento, insomma, potrebbe essere questione di qualche settimana, con ciò lasciando non poche incertezze sul futuro dell'ordine e la sicurezza pubblica nella provincia di Bari. Il trasferimento del Questore e l'assunzione del nuovo incarico allargherebbe ancora di più il vuoto apertosi tra i vertici della pubblica sicurezza da marzo scorso, mese in cui è andato via il prefetto Carlo Schilardi diventato giudice del Consiglio di stato. Il vuoto è determinato dal fatto che l'attività – pur proseguendo con funzioni vicarie da parte dei «vice» in servizio – soffre l'assenza di pianificazione. Nel caso della Prefettura, ad esempio, la reggenza della dott.ssa Antonella Bellomo, serve a garantire la quotidianità, ovvero l'attività ordinaria: ma una sede di «prima classe» come è considerata quella di Bari, non può continuare a restare senza prefetto per la semplice ragione che si tratta di una figura di coordinamento su tutta la Puglia in materia di lotta alla criminalità organizzata: non a caso, il prefetto di Bari è detto anche «Superprefetto».

«INCIDENTE DIPLOMATICO - Ma anche sulla nomina del nuovo prefetto vi sarebbe un ostacolo non di poco conto: il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, non avrebbe firmato il nulla osta che - in base alla legge La Loggia - è obbligatorio ma non vincolante per i prefetti capoluoghi di regione. A Bari il nome del prefetto sembrava cosa fatta ma un «incidente diplomatico » sembra aver provocato un freno alla procedura di nomina. I fatti risalgono a un mese e mezzo fa quando Mantovano, nel corso di un vertice a Bari - pressato per l’assenza del prefetto - dopo un consulto con il ministro Roberto Maroni, assicurò che il nome del nuovo prefetto era stato già designato: cioè Antonio Nunziante. Sta di fatto che in quella circostanza, Mantovano sarebbe andato oltre ufficializzando il nome del nuovo prefetto. Circostanza che non sarebbe stata ben vista dal ministro Fitto. Cosa sia accaduto non si sa, l’unica certezza è che Bari resta ancora senza prefetto e un provvedimento che meritava un iter autonomo - vista l’importanza della città di Bari - è finita nella routine insieme a tutte le altre nomine. Oltre a Nunziante (attuale prefetto di Foggia), il cui nome sembra per ora accantonato, l’altro papabile è Mario Tafaro, prefetto di Lecce. Si tratta di persone che godono della fiducia della politica ma che devono fare i conti con un vero e proprio risiko fatto di nomi e di caselle che si liberano e si riempiono. Non è un caso che il provvedimento dei «movimenti» dei prefetti (e dei questori) sia stato più volte portato all'ordine del giorno del consiglio dei ministri, ma senza risultato, visto che la decisione è stata puntualmente rinviata.

I POSTI VUOTI A ROMA - Il vero nodo sono le promozioni e, al tempo stesso, le «sedi» da assegnare anche perché, per quanto riguarda i prefetti ad esempio, ci sarebbero numerosi posti liberi all'interno del Ministero a causa del pensionamento di alcuni alti dirigenti. In tale contesto potrebbe rientrare la promozione e il conseguente trasferimento di Manari la cui posizione - in tale grande giro di boa di incarichi - potrebbe risolvere, chissà, anche eventuali (ma non certe) beghe politiche sull'individuazione del candidato prescelto alla guida del palazzo del Governo. Con la partenza del questore, però, il problema comincerà ad essere maggiormente sentito, suscitando non poche polemiche. Sulla questione prefetto, ricordiamo, in più occasioni è già intervenuto anche il sindaco Michele Emiliano stigmatizzando la mancata nomina del successore di Schilardi. [n. p.]

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