A vent'anni dall'omicidio dell'imprenditore, istituzioni e magistrati presenti alla Camera di Commercio per la cerimonia di premiazione del concorso a lui intitolato. Messineo: cittadini molto più reattivi
PALERMO. A vent'anni di distanza dall'omicidio di Libero Grassi, l'imprenditore assassinato a Palermo il 29 agosto del 1991, la Camera di Commercio del capoluogo lo ricorda con la cerimonia di premiazione della settima edizione del premio intitolato all'imprenditore ucciso per essersi ribellato al racket. “E' un atto dovuto all'uomo e all'imprenditore - ha detto Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo - in 20 anni molte cose sono cambiate,oggi chi denuncia non rischia grazie alla cortina delle associazioni e all'abilità delle forze dell'ordine”. Per il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, “oggi i cittadini sono molto più reattivi, ma è innegabile che la mafia abbia ancora una capacità di aggregazione del consenso elettorale. La politica deve fare la sua parte e rifiutare ogni forma di consenso inquinato”. Secondo il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, “il segreto è fare un gioco di squadra: se la politica continua a viaggiare a una velocità diversa rispetto alle forze dell'ordine e a magistratura si resta sempre indietro nella lotta alla mafia”. “In una terra in cui i segnali sono molto importanti, le istituzioni oltre ad essere al di sopra di ogni sospetto devono apparire limpide”, ha osservato Alfredo Morvillo, presidente del tribunale di Termini Imerese. “Oggi siamo ancora fermi a una confusione tra questione morale e questione giudiziaria – ha aggiunto - ma è proprio qui che la società civile deve essere pienamente coinvolta. Purtroppo, la società siciliana, e palermitana, in particolare, ama corteggiare la cosiddetta zona grigia”.
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