venerdì 20 maggio 2011

Mafia, il senatore Marcello Dell'Utri assolto da accusa tentata estorsione

Assoluzione anche per il boss Virga. Il pm aveva chiesto due anni. La parte civile: sorprendente, ricorriamo in Cassazione

ROMA - La prima sezione penale della Corte d'appello di Milano ha assolto il senatore Marcello Dell'Utri dall'accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose ai danni di Vincenzo Garraffa, ex patron della Pallacanestro Trapani, in concorso con il boss mafioso Vincenzo Virga, anche lui assolto.


Il sostituto procuratore generale Isabella Pugliese aveva chiesto per entrambi 2 anni di reclusione, senza la concessione delle attenuanti generiche. L'assoluzione è stata decisa dai giudici «perchè il fatto non sussiste». Dell'Utri era assente al momento della lettura della sentenza, mentre Virga era collegato in videoconferenza dal carcere dove sta scontando l'ergastolo.

Era il processo di appello tris nei confronti del senatore del Pdl. Lo scorso anno la Cassazione aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della Corte d'Appello di Milano che aveva riqualificato il reato da tentata estorsione in minacce aggravate, dichiarando la prescrizione. Anche la prima sentenza della Corte d'Appello di Milano era stata annullata con rinvio.

All'inizio degli anni Novanta la Pallacanestro Trapani ottenne una sponsorizzazione per 1,7 miliardi di lire dalla società Birra Messina, attraverso Publitalia, all'epoca dei fatti guidata da Marcello Dell'Utri. Nel 1992, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e dalla deposizione di Garraffa, il patron della Pallacanestro Trapani avrebbe ricevuto la richiesta da parte di un funzionario di Publitalia di avere indietro metà della somma in nero. Di fronte alla richiesta, Garraffa si sarebbe rifiutato, dicendosi disposto a pagare al massimo un 10% di quanto avuto per la sponsorizzazione. È a questo punto che sarebbero intervenuti Dell'Utri prima e Virga poi, ai quali è stata contestata l'accusa di tentata estorsione ai danni dell'imprenditore.

Secondo la difesa di Dell'Utri, la sentenza di oggi potrebbe avere effetti anche sul giudizio della Cassazione che si dovrà esprimere sulla condanna in secondo grado a 7 anni per il parlamentare accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. «La Cassazione non potrà non tenere conto di questa assoluzione di oggi», hanno spiegato gli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico. Come hanno spiegato i due difensori, i giudici di Palermo nelle loro motivazioni per la condanna di Dell'Utri hanno fatto riferimento anche all'episodio della presunta tentata estorsione nei confronti di Garraffa.

«È una sentenza soprendente, che ci amareggia molto e faremo ricorso in Cassazione», commenta Giuseppe Culicchi, legale di Vincenzo Garraffa, parte civile nel processo. L'avvocato ha ribadito che è una sentenza «sorprendente, sopratutto se si considera quello che ha scritto la corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza del 21 aprile 2010». La suprema corte aveva annullato con il rinvio una precedente decisione della corte d'appello di Milano, che aveva riqualificato le accuse a carico di Dell'Utri e Virga da tentata estorsione a minacce gravi, dichiarando la prescrizione. Il legale ha voluto leggere alcuni passaggi della decisione della Cassazione in cui si dice che sono «processualmente acquisiti» e «preclusi ad ogni ulteriore discussione» alcuni elementi del processo, tra cui la «attendibilità del Garraffa» e «l'incontro milanese» tra il senatore del Pdl e l'imprenditore trapanese.

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