lunedì 16 maggio 2011

Omicidio Scazzi Si indaga su strane foto su Facebook

TARANTO - Quanti sapevano già il 26 agosto del 2010 che a Sarah Scazzi era successo qualcosa di terribile? La domanda, all’inizio di una settimana che si annuncia cruciale per l’inchiesta sul delitto di Avetrana, tiene impegnati gli inquirenti che hanno programmato una serie di interrogatori per capire se davvero il fioraio Giovanni Buccolieri quel pomeriggio ha visto Sarah inseguita e poi costretta a salire in auto da Cosima Misseri, una ricostruzione che l’uomo ha prima confidato a conoscenti e amici e poi, però, non ha confermato in sede di interrogatorio, spiegando che era tutto frutto di un sogno.

Ma Buccolieri non sembra l’unico testimone - reticente o meno si vedrà - di quel giorno. Poche ore dopo la scomparsa di Sarah, quando la notizia comincia a circolare in paese, sul profilo Facebook chiamato «Regen» (pioggia in tedesco), gestito da alcune persone tra le quali ci sarebbero Antonella S., la cuginetta di Sarah di San Pancrazio Salentino, ma anche Sabrina Misseri (la cugina di Sarah in carcere perché accusata di omicidio), Alessio Pisello e dalla stessa Sarah compaiono delle foto inquietanti (poi tolte): un manichino legato da corde, una ragazza bionda che galleggia nell'acqua e un pozzo. Coincidenze?

Il cadavere di Sarah - stando a quanto raccontato da Michele Misseri - è stato imbragato con una corda (praticamente come il manichino postato su Fb) per poi essere calato nella cisterna di contrada Mosca. Possibile che a suo tempo ci fu qualcuno che cercò d'indirizzare gli inquirenti verso la verità ma non fu ascoltato? Subito dopo la scomparsa, la cuginetta di Sarah, Antonella, creò, sempre su Facebook, una pagina che poi diventerà Gruppo per Cercare Sarah Scazzi che in breve tempo raggiunse i 45.000 iscritti. Ne entrano a far parte subito, tra gli altri, Sabrina Misseri, Alessio Pisello (che per un certo periodo sarà anche amministratore del gruppo), Mariangela Spagnoletti (testimone chiave contro Sabrina Misseri) e anche curiosamente Emilia Velletri (difensore di Sabrina Misseri dal 15 ottobre, giorno del suo arresto, fino al marzo scorso, quando lasciò il mandato in quanto a sua volta indagata per favoreggiamento), oltre ad amiche di Sarah e Sabrina.

Le ipotesi maggiormente «gettonate» nel gruppo sono la pista della fuga volontaria e del sequestro di persona. Dopo la notizia del ritrovamento del corpo di Sarah (6 ottobre), il gruppo piano piano si spegne come contenuti e dalle sue costole si creano altri gruppi, tra i quali c’è il Gruppo Verità e Giustizia per Sarah Scazzi che per stasera alle 21 ha organizzato una discussione sul web con Daniele Galoppa, ex difensore di Michele Misseri, e alcuni giornalisti.

Il web, e Facebook in particolare, resta punto di riferimento per quanti - e sono davvero tanti - seguono l’inchiesta sul delitto di Avetrana, dividendosi come forse è inevitabile, sulla figura di Sabrina Misseri. Ma la domanda iniziale resta senza risposta? Curiosità a parte, c’è davvero chi, indagati a parte, sin dal 26 agosto sapeva cosa era accaduto alla 15enne di Avetrana e non lo ha riferito agli inquirenti? Una risposta potrebbe arrivare tra un paio di giorni, dopo che la Cassazione avrà deciso se accogliere o meno il ricorso presentato dagli avvocati di Sabrina Misseri contro la sua carcerazione.
 
MIMMO MAZZA

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