domenica 1 maggio 2011

Wojtyla beato, l'applauso della folla

Alla cerimonia di beatificazione la commozione dei pellegrini

ROMA
L’abbraccio ideale del colonnato del Bernini stringe la marea di pellegrini che affollano all’inverosimile piazza San Pietro per partecipare alla beatificazione del loro Papa. Sulla piazza l’atmosfera è ancora una volta quella elettrizzante di un concerto rock: tra sedie da campeggio e materassini, chitarre e giambè, è tutto pronto per la grande cerimonia presieduta da Benedetto XVI e concelebrata da cardinali e vescovi.

«Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo», recita un enorme striscione appeso lungo il colonnato. E i fedeli lo hanno seguito alla lettera, attendendo pazientemente di entrare in piazza dopo aver passato la notte in via della Conciliazione e nelle strade limitrofe. A sventolare sono quasi esclusivamente le bandiere polacche bianche e rosse, ma ci sono anche i colori del Brasile, del Cile, della Spagna, dell’Argentina e della Grecia.

Per oltre un milione di pellegrini la notte bianca di preghiera è trascorsa nelle piazze e nelle chiese, tra canti, danze, momenti di riflessione e qualche ora di sonno all’addiaccio. Dalle 22,30 di ieri sera, quando è terminata la veglia di preghiera al Circo Massimo, il popolo di Wojtyla si è riversato nelle strade del centro diretto a San Pietro, facendo tappa, di volta in volta, in una delle otto chiese rimaste aperte tutta la notte. Tra le più ricercate, quella di San Filippo Neri, mai così affollata tra l’una e le cinque. Mentre sul sagrato giovani di diverse nazionalità danzavano e cantavano, all’interno del tempio in tantissimi hanno provato a dormire stesi l’uno addosso all’altro lungo le navate, mentre altri ascoltavano, seduti tra le panche o accovacciati sul pavimento, un sacerdote raccontare aneddoti su Giovanni Paolo II. Molti si sono confessati, non soltanto nei confessionali. Altri gruppi di pellegrini hanno seguito percorsi diversi, e sono stati anche a Campo dè Fiori, mischiandosi tra la movida del sabato sera romano.

Intanto Ponte Vittorio Emanuele II diventava un bivacco a cielo aperto con altre centinaia di pellegrini accampati in tende, sacchi a pelo e coperte termiche per trascorrere la notte, in attesa che venissero aperti i varchi per via della Conciliazione. Sul ponte una giovane francese di 22 anni, Philippine, e due suoi coetanei e connazionali, Frank e Louis, tutti e tre provenienti da Tolosa, hanno anche improvvisato una corsa nei sacchi a pelo, attirando l’attenzione e qualche mugugno da parte dei tanti che invece cercano di riposare un pò.

I primi varchi per l’accesso alla suggestiva strada che porta a San Pietro sono stati aperti intorno alle due, anticipando, per motivi di ordine pubblico, di alcune ore l’orario previsto. A quell’ora erano già tantissimi i pellegrini che premevano per entrare. Uno dei primi fedeli a superare i varchi esterni è stata la suora indiana Lourdes Marie, dell’ordine delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, dette Guanelliane. Dopo quasi una corsa lungo via della Conciliazione, suor Lourdes ha poi atteso che intorno alle cinque e mezza, come poi è avvenuto, venisse aperto anche l’ultimo varco, quello per piazza San Pietro. «Mi sono spaventata! Vedere così tanta gente... Speriamo che vada tutto bene. Adesso però sono molto contenta» ha detto la suora, raccontando la spinta subita dalla folla di fedeli all’apertura dei varchi.

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