martedì 3 agosto 2010

Strage di Bologna, il governo non c'è


Strage di Bologna, il governo non c'è
Giovanardi: qui c'è odio, non dolore


Familiari vittime: non odio, ma pretesa di verità. Opposizione:
governo vergognoso. Napolitano: si indaghi su complicità


ROMA (2 agosto) - A trent’anni dal 2 agosto 1980, quando una bomba esplose nella sala d’aspetto della stazione di Bologna provocando 85 morti e 200 feriti, l'Italia ricorda le vittime. Ma sono ancora tanti i misteri che avvolgono la strage. Ed è polemica per l'assenza, per la prima volta, del governo alle celebrazioni.

«La trasmissione della memoria di quel tragico fatto e di tutti quelli che in quegli anni hanno insanguinato l'Italia non costituisce solo un doveroso omaggio alle vittime di allora, ma impegna anche i magistrati e tutte le istituzioni a contribuire con ogni ulteriore possibile sforzo a colmare persistenti lacune e ambiguità sulle trame e le complicità sottese a quel terribile episodio». È quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio invito oggi all'associazione dei famigliari delle vittime della strage di Bologna.

«Credo che il governo abbia fatto molto male a non esserci» ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani. «È una cosa molto, molto triste, speravo che all'ultimo momento ci ripensassero» ha aggiunto, dopo essersi unito al corteo delle commemorazioni a Bologna. Per il leader del Pd si tratta di «una cosa che non può essere accettata, perché è chiaro che ci sono dei problemi come il segreto di Stato o il tema dei risarcimenti alle vittime, ma un governo deve affrontare queste situazioni e deve guardare la gente negli occhi: non si può governare solo con gli applausi. L'assenza dell'esecutivo non è giustificabile, perché il governo deve andare dove ci sono i problemi, sennò che governo è?».

«Mi pare fosse difficile fischiare il rappresentante dei familiari delle vittime, francamente mi sarebbe sembrata una cosa molto curiosa» dice Bersani a proposito del fatto che la cerimonia si sia svolta senza le tradizionali contestazioni. Bersani ha anche definito «sacrosante» le richieste dell'associazione dei parenti delle vittime sul segreto di Stato.

«L'assenza del governo a Bologna è grave e assordante così come lo è il suo silenzio - dice il portavoce Idv, Leoluca Orlando - È una vergogna nazionale. Bisogna togliere il segreto di Stato. La proposta di proroga dei termini temporali dello stesso e l'assenza del governo oggi a Bologna, costituiscono un segnale allarmante ed inquietante».

Giovanardi: il governo ha fatto bene a non partecipare. «Ogni anno a Bologna si è riproposto il triste spettacolo di una piazza che invece di ricordo e dolore ha espresso odio e livore per coloro che ritiene avversari politici - dice il sottosegretario Carlo Giovanardi - La strage, che colpì cittadini inermi di tutte le età e di tutti i partiti, sin dai funerali del 6 agosto, a cui partecipai come neo eletto consigliere regionale dell'Emilia Romagna, fu strumentalizzata per creare una bolgia di insulti e sputi nei confronti del governo di allora, che colpirono particolarmente Craxi e Cossiga. Bene ha fatto quest'anno il governo a non partecipare ad un rito che per troppi non è un momento di ricordo e commemorazione delle vittime di quella tragedia».

Pd: vergognose le parole di Giovanardi. «L'assenza del governo alla commemorazione del trentennale della strage di Bologna è un oltraggio e le parole usate per giustificare questa scelta una vergogna - dice Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd - Le affermazioni di Carlo Giovanardi sono lo specchio della miseria morale di una maggioranza e di un governo che hanno rinunciato a rappresentare il Paese nel giorno in cui si commemora uno degli episodi più drammatici della sua storia recente. Ritenere fazioso chi, dopo 30 anni, chiede di conoscere la verità è immorale e dividere il Paese in fazioni è frutto di cattiva coscienza. Il dovere della politica è quello di ricordare e di agire per accertare la verità e non dividere. Chi ha a cuore la verità e la democrazia accetta i fischi e le contestazioni se in gioco ci sono i valori su cui è fondato il nostro Paese».

Idv: Giovanardi insulta le vittime. «Quelle di Giovanardi sono affermazioni ignobili - dice il portavoce dell'Idv, Leoluca Orlando - Un vero e proprio insulto alla memoria delle 85 vittime innocenti e al dolore dei parenti. Il governo si dissoci. Oggi si svolta una cerimonia commossa, composta, senza livore e odio. Se avesse avuto gli attributi, l'irresponsabileGiovanardi, invece di nascondersi come i suoi colleghi, avrebbe dovuto essere presente oggi a Bologna. Invece, lui, il ministro La Russa il suo governo, si sono contraddistinti per le offese e per la totale assenza».

Pdci: governo ha scritto brutta pagina. «Oggi il governo ha scritto una gran brutta pagina - dice Pino Sgobio, dell'ufficio politico del Pdci-Fds - L'assenza del governo fa il paio con le affermazioni indegne di Giovanardi, che con le sue offese ha macchiato una giornata di ricordo e di ricerca della verità. Il governo, che ha preferito scappare dalla gente, farebbe bene a scusarsi con i familiari delle vittime e con il Paese intero».

Associazione familiari vittime: non c'è odio, ma pretesa di avere giustizia. «Non ci muove l'odio ma il senso di dignità perché senza esigenza di memoria e pretesa di giustizia non vi è vita collettiva che abbia un senso e un valore» ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei famigliari delle vittime del 2 agosto. Bolognesi ha poi ricordato: «Nel rivedicare i nostri diritti abbiamo evitato di sentirci e farci sentire vittime, ci siamo sempre comportati come cittadini che chiedono cose a loro dovute. La nostra è stata ed è una lunga battaglia: contro il tempo che passa; contro i silenzi e le menzogne; contro i tentativi di delegittimazione ancora in corso; contro chi pensa di difendere i carnefici e non le vittime; contro chi vuole farci dimenticare, abbassare la testa; a questo proposito quest'anno abbiamo assistito a un triste tentativo di immiserire la manifestazione che è in corso ora, quasi che molti politici si fossero stancati dei cittadini che scendono in piazza per ricordare e pretendere giustizia».

Rosi Mauro: verità coperta da velo di trame. «Dopo 30 anni non possiamo dimenticare, lo dobbiamo innanzitutto alle vittime prima di tutto e alle loro famiglie che ancora soffrono e si chiedono il perché. Trenta anni sono tanti, ma troppo pochi perché la verità è coperta dal velo delle trame di quegli anni - dice in un messaggio la vicepresidente del Senato Rosi Mauro, parlamentare della Lega Nord - Noi ricordiamo il 2 agosto 1980 con emozione e la speranza di squarciare quel velo di ipocrisia».

Il trentennale della strage è stato contrassegnato, come e più dei precedenti anniversari, dalle polemiche. Alla vigilia della commemorazione è infatti arrivata la notizia dell'assenza, per la prima volta, di rappresentanti di governo alle commemorazioni, iniziate con Giovanni Spadolini nell'81 e arrivate fino al minisro Sandro Bondi nel 2009.

Oggi a rappresentare l'esecutivo è stato il prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia, per altro in una cerimonia a Palazzo d'Accursio, sede del Comune, e non in piazza come avveniva di solito gli anni scorsi. Qualche settimana fa fu dato l'annuncio che, per evitare i fischi che da anni si succedevano contro le autorità di governo nel loro discorso, le istituzioni non sarebbero state presenti sul palco del piazzale antistante la stazione.

Alle 10.25, l'ora della strage, il minuto di silenzio. Un silenzio totale ha fatto da sottofondo alla lettura dei nomi delle 85 vittime della strage di Bologna fatta da Rossella Zuffa e Camilla Andreini, due ragazze nate nel 1980. Dal 2001 il momento che precedeva il fischio delle 10.25, che ricorda lo scoppio, era pressocchè sempre stato accolto da fischi all'indirizzo del rappresentante del Governo. Il corteo, molto partecipato (piazza Medaglie d'Oro non è riuscita a contenerlo tutto), è stato accolto da applausi di cittadini durante tutto il tragitto. Un lungo applauso di oltre due minuti anche alla fine della lettura dei nomi, poi i tre fischi di locomotori hanno preceduto il tradizionale minuto di silenzio, a sua volta concluso con un lungo applauso.

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