giovedì 12 agosto 2010

Estradato il boss Falsone


Estradato il boss Falsone
MISURE DI SICUREZZA STRAORDINARIE per il trasferimento in Italia dell’ex primula rossa

Tra un imponente servizio di sicurezza la Gendarmeria francese ha consegnato alla Polizia di Frontiera di Ventimiglia, Giuseppe Falsone, il presunto boss di Campobello di Licata, arrestato lo scorso 25 giugno nel centro di Marsiglia, dalle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo, dallo Sco e la collaborazione dei poliziotti transalpini.
L'ex numero uno di Cosa nostra Agrigentina è stato preso in consegna dalle autorità italiane, dopo aver oltrepassato la frontiera di Ventimiglia.
Davvero impressionante il servizio di sicurezza adottato per l'estradizione: sessanta poliziotti armati di tutto punto, un'unità cinofila, un reparto dei Nocs, il gruppo speciale della Polizia di Stato e dall'alto un elicottero.



Poi ancora una ventina tra agenti della Polizia Penitenziaria e altrettanti della Gendarmeria francese. Faccia tranquilla e senza alcun segno di nervosismo, portato all'interno del Commissariato di frontiera, Falsone ha svolto tutte le operazioni di rito: il fotosegnalamento, le impronte digitali e la dichiarazione di generalità, (ancora una volta ha riferito di chiamarsi Giuseppe Sanfilippo Frittola, di Catania, vittima di un clamoroso errore di persona, poi rimasto seduto su una sedia per alcune ore, ha atteso con serenità all'interno dei locali del posto di Polizia, il trasferimento nel carcere di Sanremo (ironia della sorte, la città dove si canta).
Nella casa circondariale ligure il campobellese ci dovrebbe restare per alcuni giorni, forse due settimane, in attesa del definitivo trasferimento in un carcere di massima sicurezza. Più probabile che venga rinchiuso a Milano, nella struttura di Opera o a Pavia, dove la locale casa circondariale risponde alle esigenze di un carcere di massima sicurezza.
Sulla destinazione finale decideranno i giudici della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che stanno coordinando tutte le operazioni.
Al momento, Falsone non sarà sottoposto al regime del 41 bis. Ma non ci sarà molto da attendere, infatti, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano è pronto a firmare il provvedimento.
Già oggi stesso incontrerà il suo avvocato, Giovanni Castronovo, nominato alcune settimane dopo l'arresto. Dopo l'estradizione dell'ex primula rossa, nei prossimi giorni gli investigatori italiani riceveranno dalle autorità francesi tutta la documentazione sequestrata all'interno dell'appartamento francese.
Si cercherà di individuare i possibili fiancheggiatori che hanno coperto ed aiutato l'ex capo di Cosa nostra della provincia di Agrigento, durante il periodo della latitanza, favorendo successivamente la fuga in Francia.
Sia i magistrati francesi, che quelli italiani vogliono capire, se l'ex primula rossa ha commesso altri reati in territorio straniero. Su eventuali roccaforti della mafia a Marsiglia stanno indagando un pool di poliziotti transalpini e italiani, raccogliendo anzitutto i dati trovati nel covo marsigliese, computer, cellulare, documenti e non solo. Nell'elegante monolocale situato in una via "bene" di Marsiglia, il Boulevard Notre Dame, il capo di Cosa nostra agrigentina e si era munito di diverse apparecchiature informatiche. Falsone, detto "Ling Ling", era latitante dal 1999 ed era inserito nell'elenco del Ministero dell'Interno dei trenta ricercati più pericolosi, non solo per quanto è testimoniato dal suo dossier ricco di precedenti penali, tra i quali una condanna all'ergastolo, ma anche per le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia.
Le indagini della Squadra Mobile di Agrigento hanno accertato come Falsone sia stato l'attuale reggente di Cosa nostra della provincia di Agrigento e capo della famiglia mafiosa di Campobello di Licata, fino al giorno dell'arresto avvenuto nel cuore di Marsiglia, dove si era trasferito almeno da un anno.
Falsone, è stato condannato all'ergastolo in contumacia nel 2004, ora lo aspettano altri processi per associazione mafiosa e omicidi, e altri reati.
Antonino Ravanà

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