giovedì 19 agosto 2010

Casoria, lite con ladro d'uva: edicolante ucciso


Casoria, lite con ladro d'uva: edicolante ucciso
La moglie: l'ho riconosciuto, è stato lui


Ieri il litigio con urla e minacce. Oggi all'alba tre colpi secchi di pistola nella schiena
Lascia tre figli gemelli di 14 anni. Caccia all'assassino: parlava napoletano


CASORIA (19 agosto) - Ucciso, in una mattina d'agosto, per una lite nata per un furto d'uva. Tre colpi che ad Antonio Coppola non hanno neanche dato il tempo di chiedere aiuto. È morto così, davanti alla sua edicola, lungo uno stradone di Casoria, comune alle porte di Napoli. L'omicida non è stato ancora preso e le indagini non sono ancora concluse. Ma che il tutto sia stato causato da un folle motivo, per gli inquirenti sembra essere quasi del tutto certo.

Stamattina, come faceva da sei anni, Coppola, 40 anni, incensurato, papà di tre gemelli di 14 anni, era andato ad aprire la sua edicola. La moglie, Rosaria, era all'interno. Lui, era fuori, stava sistemando i giornali. Ad un certo punto tre colpi di pistola, secchi. Un odore di zolfo, forte. E poi un lago di sangue e Antonio proprio lì, morto ammazzato.

La moglie non ha visto chi ha sparato i colpi di pistola. Ma ha visto chi, un attimo dopo, è scappato: aveva in mano l'arma, andava via a piedi. Soprattutto era vestito come l'uomo con il quale Coppola ieri sera aveva litigato, il ladro d'uva. Gli amici lo dicono chiaramente: «Antonio era uno che non si teneva la mosca sul naso». Come dire: «Se vedeva qualcosa di storto interveniva e lo diceva».

E così è stato anche ieri sera. Antonio aveva visto che qualcuno stava prendendo dell'uva in un terreno di proprietà di un conoscente proprio di fronte alla sua edicola. Gli ha chiesto spiegazioni, lo ha redarguito. Scambio di parole, forse anche di minacce. E forse è stato tutto questo a far scattare l'omicidio.

I carabinieri di Casoria indagano e quell'uomo visto dalla moglie della vittima, che parlava in accento locale e che, quindi, forse è della zona, è stato ripreso anche da alcune telecamere di un negozio vicino. Si vede di sfuggita, ma quelle immagini potrebbero essere determinanti.

Un identikit c'è: minuto, magro in volto, alto circa un metro e sessanta. Intanto, sono state le urla della moglie Rosaria, il suo sfogo ad aver segnato una giornata troppo lunga per Casoria. Rosaria, tra le lacrime, urlando, aggrappandosi ai parenti, camminando a stento, stamattina quasi si giustificava: «Non ho visto che lo stavano uccidendo, non ho visto niente, altrimenti gli avrei detto di stare attento».

Poi racconta una vita fatta di sacrifici, niente vacanze, solo due giorni a ferragosto, problemi di salute, e anche la macchina rotta. «Ora poteva godersi la vita, poteva vedere crescere i figli che lo adorano. Loro non erano padre e figli, erano fratelli - dice Rosaria - lui era troppo buono, con tutti. Qualsiasi problema avevamo non faceva che ripetermi 'Rosaria, l'importante è che stiamo insieme' Ed ora, non staremo insieme. Mai più».

E poi ancora le urla, della mamma di Antonio. Stamattina, ore dopo l'omicidio, era ancora in quella edicola. Sbatteva i pugni contro le pareti di lamiere: «Mi hanno strappato il cuore, hanno ucciso una persona onesta».

Che Antonio Coppola fosse una brava persona, qualcuno ha pensato di scriverlo anche su un bigliettino, attaccato ad una rosa: «Ti ricorderemo come una persona disponibile ed affettuosa. Sarai sempre nelle nostre preghiere».

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