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sabato 12 giugno 2010
Gela, sequestrati beni per 4 mln a boss
Gela, sequestrati beni per 4 mln a boss
Al fisco risultava senza reddito e quasi in stato di indigenza; in realtà è un presunto boss mafioso di Gela, accusato da otto collaboratori di giustizia di riciclare i soldi della Stidda. La polizia, infatti, ha scoperto che è proprietario, con la sua famiglia, di beni illeciti per un valore di quattro milioni di euro: una villa, un terreno con capannoni industriali e un'azienda di trasporti. Tutti sequestrati dalla squadra anticrimine di Caltanissetta.
Sotto sequestro sono finiti una sua villa su tre piani con piscina e giardino, trentamila metri quadrati di terreno con capannoni industriali che affittava a imprese commerciali, un'azienda di trasporti e di vendita di bombole d'ossigeno per uso terapeutico, tre camion, due automobili, un carrello per imbarcazioni, due conto correnti, carte di credito, un libretto di risparmio e persino tre cavalli purosangue, di origini inglesi, che correvano in gare ufficiali negli ippodromi italiani.
Nel 2008 il presunto boss era stato arrestato con altre 13 persone perché coinvolto in due operazioni antimafia: quella della squadra mobile nissena, denominata "Mizar", e quella dei carabinieri, in codice "Messa in regola". Quando, il 23 dicembre del 1987, esplose a Gela la guerra tra cosa nostra e stidda, con l'uccisione dei boss stiddari Salvatore Lauretta e Orazio Coccomini ad opera degli uomini di Piddu Madonia, lui si sarebbe trovato nel luogo del duplice omicidio sfuggendo alla morte. Avrebbe poi ereditato la quota di affari illeciti dei due leader assassinati. La cosca gli avrebbe anche affidato il compito di gestire i proventi dei propri traffici e di erogare i compensi alle famiglie degli affiliati detenuti in carcere.
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