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martedì 29 giugno 2010
Dopo diciotto anni hanno un volto i killer del sindaco Vincenzo Napolitano
Dopo diciotto anni hanno un volto
i killer del sindaco Vincenzo Napolitano
Primo cittadino di Riesi, nel Nisseno, tra l'89 e il '91, fu ucciso davanti al Municipio un anno dopo il suo ritiro dalla scena politica locale
Mafia, svolta a 18 anni dall'omicidio
Dopo diciotto anni, hanno un volto i mandanti e gli esecutori dell'omicidio di Vincenzo Napolitano, l'ex sindaco democristiano di Riesi (Caltanissetta) vittima di un agguato nel 1992, ritenuto vicino al clan Riggio, contrapposto a quello dei Cammarata. Sono cinque pregiudicati esponenti di Cosa Nostra, tutti già detenuti: Pino e Vincenzo Cammarata, Davide Emmanuello, Salvatore Fiandaca e Nunzio Cascino.
I cinque detenuti raggiunti da custodia cautelare in carcere si trovano reclusi nei penitenziari di Ascoli Piceno, Terni, Milano e Avellino.
Dalle indagini, coordinate dalla DDA di Caltanissetta, è emerso che i mandati dell'omicidio sarebbero stati i Cammarata e Salvatore Fiandaca. Emmanuello, esponente di spicco dell'omonimo clan di Gela, avrebbe invece messo a disposizione il gruppo di fuoco. Mentre l'esecuzione materiale del delitto sarebbe stata affidata a Cascino.
Vincenzo Napolitano, sindaco di Riesi tra l'89 e il '91, fu ucciso davanti al municipio un anno dopo il suo ritiro dalla scena politica locale. I Cammarata, secondo quanto ricostruito, ritenevano che egli favorisse la latitanza di due pericolosi esponenti del clan Riggio, Carlo Marchese e Francesco Annaloro, che loro volevano eliminare. Lo accusavano anche di convogliare i proventi delle estorsioni pagate dalle imprese destinatarie degli appalti pubblici nelle tasche del clan rivale. Così si rivolsero agli Emmanuello per eliminarlo.
"L'omicidio Napolitano - sottolineano gli inquirenti - si inquadra, quindi, nel contesto della guerra di mafia che imperversò per Riesi e dintorni tra la fine degli anni '80 e la fine degli anni '90", e che vide contrapposti il clan Riggio e quello dei Cammarata, capeggiato dai fratelli Pino e Vincenzo.
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