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lunedì 7 giugno 2010
Scoperto il "tesoretto" di Balducci
Scoperto il "tesoretto" di Balducci
La Finanza: conti correnti per operazioni sospette
GUIDO RUOTOLO
INVIATO A PERUGIA
Si chiama Fernando Mannoni. E’ un collaboratore del commercialista Stefano Gazzani. Dovrebbe essere lui il titolare di vari conti correnti riconducibili alla famiglia di Angelo Balducci. A Mannoni, gli investigatori sono arrivati analizzando i 34 faldoni sequestrati nello studio del commercialista della «cricca», che aveva appunto le pratiche Balducci, Di Giovanpaola e Anemone. Nel verbale di sequestro, la Finanza esplicita: «Documentazione di conti correnti riconducibili alla famiglia Balducci, intestati a Fernando Mannoni».
Conti correnti, ovvero soldi intestati ad altri. Per evadere il fisco? Per nascondere una contabilità parallela? Balducci l’affarista, Anemone il corruttore. Sì, le indagini delineano sempre di più i ruoli dei componenti della «cricca». Ora bisognerà capire meglio a quanto corrispondono le ricchezze illegali di Balducci, e cercare di ricostruire i passaggi dei soldi. Il lavoro degli 007 della Finanza.
Questi dei soldi di Angelo Balducci, dell’ex provveditore ai lavori pubblici di Roma e presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, è l’ultima novità delle indagini della Procura di Perugia, emerse in queste ultime settimane nell’inchiesta sulla «cricca» degli «Grandi eventi».
Quella che inizia oggi è una settimana che si annuncia importante. Gli avvocati di Diego Anemone, ufficialmente hanno fatto filtrare ai giornaliche il loro cliente non intende accettare l’offerta di collaborazione della Procura. Ma il tempo di riflessione scade mercoledì, quando si svolgerà l’udienza davanti al gip per il commissariamento delle aziende del gruppo: «Anemone Costruzioni srl»; «Rendim 2002»; «Tecnocos»; «Alpi»: Slaria Sport Village» e , infine, «Sportiva Romana».
Fino a mercoledì, dunque, c’è tempo per un ripensamento di Diego Anemone. E gli inquirenti sono fiduciosi che l’indagato eccellente possa rivedere la sua posizione. Anche perché, a differenza dei vari Scajola o Lunardi (parliamo dei «favoriti», dei destinatari dei regali pesanti, case e lavori di ristrutturazione) dove bisogna dimostrare in cambio di quali favori hanno ottenuto i regali, per Anemone la sua posizione processuale appare già fortemente compromessa.
E appare critica anche la posizione di Guido Bertolaso, dopo l’episodio ricostruito dalla Procura della casa di via Giulia pagata dall’architetto Angelo Zampolini per conto di Anemone (lo ha detto Zampolini, l’ha confermato il proprietario della casa). Bertolaso ha detto che chiarirà tutto ai magistrati. Sembrava che dovesse farlo domani, invece l’appuntamento con la Procura slitta a metà mese. Dovrebbe saltare anche l’incontro con il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ha sporto denuncia contro la testimonianza dell’architetto Zampolini, secondo cui Angelo Balducci avrebbe trovato due appartamenti di «Propaganda Fide» (via Quattro Fontane e via della Vite), da affittare a Di Pietro appunto. L’esponente di Idv ha detto nei giorni scorsi di aver capito chi è l’ispiratore di queste calunnie.
Ieri, infine, il generale Paolo Poletti, ex capo di Stato Maggiore della Finanza oggi numero due del servizio segreto civile, l’Aisi, tramite il suo legale ha smentito di aver partecipato a «cene riservate o in salette riservate con i signori Diego Anemone e Piero Murino», i due imprenditori che l’alto ufficiale conferma di conoscere.
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