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sabato 26 giugno 2010
Mafia, preso il superlatitante Falsone Era tra i diciotto ricercati più pericolosi
Mafia, preso il superlatitante Falsone
Era tra i diciotto ricercati più pericolosi
È stato catturato dalla polizia a Marsiglia mentre tornava dalla spesa. Maroni: un altro colpo alla criminalità organizzata
ROMA (25 giugno) - La polizia ha arrestato nel Sud della Francia il capomafia di Agrigento Giuseppe Falsone, che compirà 40 anni il 28 agosto, considerato il latitante più importante dopo Messina Denaro. Falsone, a cui si è giunti grazie anche all'attività informativa dell'Aisi, era tra i 18 latitanti più ricercati. Era sfuggito a un mandato di cattura del 1999 per associazione mafiosa, omicidi e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Dopo la notizia dell'arresto gruppi di agrigentini sono andati davanti la questura per applaudire la polizia gridando «Viva la legalità abbasso la mafia». Il questore di Agrigento è sceso per ringraziare: «Lo seguivamo da almeno un paio di mesi e non lo perdevamo mai di vista. Viveva da solo in quella casa di Marsiglia e stava per mettere su un'impresa di costruzioni edili. È un successo enorme della polizia di Stato e delle squadre mobili di Agrigento e Palermo. Sembrava che non producesse risultati la nostra Mobile, quelli che tutti avremmo voluto vedere, e questo perchè lavorava, per oltre metà del suo tempo a disposizione, proprio per la ricerca e cattura del latitante».
Preso in Francia con la spesa in mano. Falsone è stato catturato dalla mobile di Palermo e da quella di Agrigento insieme agli uomini dello Sco, mentre tornava dalla spesa, con i sacchetti in mano, nella stessa città dove nel 2003 il padrino Bernardo Provenzano si recò per un intervento chirurgico.
Irriconoscibile, più magro, col volto che sembra ritoccato e il naso certamente rifatto, documenti falsi, intestati forse a un favoreggiatore, Falsone continua a negare ai poliziotti che lo hanno fermato di essere il ricercato dal '99 per mafia, omicidio, estorsioni, traffico di droga, gestione illecita di appalti, ha negato di essere quel giovanottone con la camicia a quadretti e la faccia paonazza raffigurato nell'elenco dei 18 latitanti più ricercati nel sito del Ministero. Per avere la conferma definitiva i poliziotti lo hanno sottoposto ai rilievi dattiloscopici: l'esame ha confermato che si tratta del latitante mafioso Giuseppe Falsone. L'arrestato dopo la conferma si è chiuso in un rigido silenzio.
Uomo di fiducia di Provenzano. Falsone, mafioso di Campobello di Licata (Ag), è considerato il capomafia di Agrigento, molto vicino a Bernardo Provenzano, che lo preferì a Maurizio Di Gati, poi divenuto collaboratore di giustizia. Appena tre mesi fa, nell'ambito dell'operazione antimafia Apocalisse, i carabinieri di Agrigento e di Palermo hanno sequestrato beni e società riconducibili al boss Falsone per circa 30 milioni di euro. Il padre del boss, Vincenzo Falsone, è stato il reggente di Cosa nostra ad Agrigento per molti anni e fu ucciso durante la guerra di mafia con gli "Stiddari" agrigentini il 24 giugno del '91 assieme al figlio Angelo, fratello maggiore di Giuseppe.
Secondo alcune inchieste sulla mafia agrigentina, Giuseppe Falsone avrebbe gestito dalla latitanza grossi interessi in diversi settori. Il pentito Giuseppe Sardino, lo scorso ottobre al processo Hiram celebrato nel carcere di Rebibbia, ha riferito in aula che Falsone voleva stabilire rapporti con la massoneria siciliana e romana, ritenendoli utili per Cosa nostra.
Falsone soprannominato il «ragioniere», «gira rigorosamente armato, non si separa mai da palmare e pc portatile. E nella ventiquattrore porta la bibbia e testi di filosofia», ha anche raccontato Sardino che era stato braccio destro e vivandiere di Falsone. Il boss Bernardo Provenzano aveva indicato nei pizzini Falsone col numero 28.
La soddisfazione di Maroni. «Grazie al lavoro straordinario della Polizia oggi è stato inferto un altro eccezionale colpo alla criminalità organizzata con l'arresto del venticinquesimo superlatitante inserito nella lista dei trenta dall'insediamento del Governo». Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha commentato l'arresto del boss. Il ministro ha telefonato al capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, per congratularsi dell'operazione.
Mantovano: si assottiglia lista latitanti. «Si assottiglia con rapidità fuori dall'ordinario la lista dei 30 latitanti più pericolosi grazie alla efficacia dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata delle forze di polizia». Così il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha commentato l'arresto del boss Giuseppe Falsone.
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