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mercoledì 9 giugno 2010
Gdf perquisisce 280 società per evasione da 150 mln euro
Gdf perquisisce 280 società per evasione da 150 mln euro
Le Fiamme Gialle hanno eseguito centinaia di perquisizioni in tutta Italia presso aziende sospettate di aver evaso oltre 150 milioni di euro grazie a fatture per operazioni inesistenti.
Lo rende noto un comunicato del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano, mentre fonti investigative hanno riferito che tra le 280 società coinvolte nelle indagini figurano Eutelia, Fastweb, Poltrona Frau, e anche alcuni club calcistici: Udinese e Catania di serie A ed Empoli, Ascoli e Cesena di serie B.
Le perquisizioni costituiscono lo sviluppo di un'inchiesta della procura di Milano che lo scorso 27 ottobre ha portato in carcere lo svizzero Giovanni Guastalla, legale rappresentante della Doge S.A, tre suoi collaboratori e Salvatore Orlando, banchiere di Ubs a Ginevra, per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio nell'ambito del caso Banca Italease.
Secondo gli inquirenti, i cinque avevano costituito "una vera e propria struttura specializzata nel riciclaggio, che ricercava contribuenti italiani interessati a trasferire all'estero fondi provenienti dalla commissione di reati, quali l'appropriazione indebita e l'evasione fiscale".
Per Fastweb ed Eutelia, spiegano le fonti, gli investigatori ipotizzano una presunta evasione di 1,5 milioni di euro ciascuna, mentre per Poltrona Frau una cifra attorno ai 30-40.000 euro.
LE SOCIETA': NIENTE DI IRREGOLARE
In una nota, Poltrona Frau spiega che "si tratterebbe di un procedimento avente ad oggetto contestazioni relative ad importi manifestamente esigui, riferibili ad esercizi passati, e relativi ad attività marginali da tempo dismesse", offre piena collaborazione agli inquirenti e auspica "che emerga quanto prima l'assoluta estraneità della Società in ordine alle ipotesi di illecito prospettate".
I commissari giudiziali di Eutelia non hanno voluto fare commenti, mentre Fastweb in una nota "esclude in modo categorico che vi sia da parte della società alcunché di irregolare, e tanto meno illeciti di natura fiscale, nelle operazioni di cui le autorità inquirenti hanno chiesto la documentazione".
"Si tratta di operazioni di modesto valore economico, del tutto conformi alla ordinaria attività di una società di tlc", aggiunge il comunicato, spiegando che l'acquisizione "di documentazione è rivolta a 280 aziende ed ha coinvolto tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno avuto rapporti commerciali con alcune società sotto indagine".
"Non è né corretto né lecito, per attirare l'attenzione dei media su una vicenda giudiziaria, infangare il buon nome di una società senza motivo alcuno", conclude il comunicato.
Per quanto riguarda i club di calcio coinvolti, che non è stato possibile raggiungere per un commento, sospetta che abbiano evaso complessivamente circa 3 milioni di euro, precisano le fonti.
Gli avvocati della Figc oggi si sono recati dal pm per richiedere gli atti relativi all'indagine per aprire un'inchiesta interna.
FONDI NERI ALL'ESTERO
Dalle indagini, spiega la nota, è emerso che l'associazione gestiva una serie di società straniere costituite al fine di permettere alle società italiane la creazione di fondi neri all'estero.
Il meccanismo, secondo le Fiamme Gialle, funzionava così: l'imprenditore o il libero professionista italiano si metteva in contatto -- direttamente o per mezzo di un intermediario, spesso un commercialista o un avvocato cui veniva riconosciuta una percentuale del 2-3% del risparmio fiscale -- con il faccendiere svizzero o qualcuno della sua struttura al fine di rappresentare le proprie esigenze.
A seconda della richiesta del cliente e del settore in cui questo operava, veniva poi fornita la struttura straniera adeguata con la quale sottoscrivere un contratto di collaborazione, che giustificava il flusso finanziario in uscita per l'estero e l'abbattimento del carico tributario in Italia.
Le società messe "a disposizione", con sedi in Austria, Olanda, Inghilterra e Svizzera, concludevano così contratti fittizi, emettendo documenti e fatture false e veicolando il denaro su conti correnti aperti presso banche svizzere, dopo altri passaggi attraverso ulteriori società collocate in paesi off-shore come Panama e Isole Vergini.
Inoltre, in base alle esigenze della clientela, la struttura elvetica assicurava anche il trasferimento dalla Svizzera all'Italia delle somme di denaro di volta in volta richieste dai clienti, attraverso l'impiego di "spalloni" che utilizzavano la sede italiana della società svizzera per gli incontri con la clientela.
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