martedì 29 giugno 2010

Mafia, pena ridotta a 7 anni in appello a Dell'Utri


Mafia, pena ridotta a 7 anni in appello a Dell'Utri

La seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo ha condannato oggi il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, a parziale riforma della sentenza di primo grado in cui era stato condannato a nove anni. Continua a leggere questa notizia

La sentenza è stata letta nell'aula bunker del carcere Pagliarelli dal presidente della sezione, Claudio Dall'Aqua, al termine di una camera di consiglio iniziata giovedì 24 giugno e a quattro anni dall'inizio del processo di secondo grado. Le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni

Dell'Utri, stretto alleato del premier Silvio Berlusconi e cofondatore di Forza Italia, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a quelle di costituzione delle parti civili -- Provincia e Comune di Palermo --, mentre la Corte lo ha assolto "perché il fatto non sussiste" per tutti gli episodi a partire dal 1992.

Un particolare di non secondaria importanza, secondo fonti legali, perché proprio dal 1992 in poi è concentrato il racconto all'interno del processo da parte di diversi collaboratori di giustizia, fra i quali Gaspare Spatuzza, di episodi di rapporti fra politica e la mafia stragista, dopo gli attentati del '92 e del '93.

Spatuzza (condannato all'ergastolo per 6 stragi e 40 omicidi), escluso recentemente dal programma di protezione dei testimoni da parte del Viminale, aveva messo a verbale nel processo di essere stato a conoscenza che Dell'Utri e Berlusconi fossero i referenti politici della cupola mafiosa al tempo delle stragi di mafia del '92 e '93.

Il 16 aprile scorso il pg Antonino Gatto -- che nel corso del processo ha sostenuto di aver evidenziato l'esistenza di un "patto di scambio fra Cosa nostra e Dell'Utri" -- aveva chiesto la condanna del senatore a 11 anni di reclusione. La difesa aveva chiesto la piena assoluzione.

Dell'Utri, oggi non presente in aula, al momento delle richieste dell'accusa aveva commentato: "Qui non c'è un fumus persecutionis, qui c'è una vampa, un incendio".

Nel corso dei due processi -- il primo grado iniziò nel 1997 e si concluse nel 2004 -- sono stati sentiti oltre 270 testimoni, più di 40 dei quali collaboratori di giustizia.

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