mercoledì 20 marzo 2013

Sequestrate 72 agenzie di poste private


 "Non possono gestire i bollettini postali"

La Procura di Palermo ha scoperto che due network nazionali, "Servizi postali" e "Posta più", non avevano l'autorizzazione ai servizi di pagamento. Blitz della Finanza in sette regioni. L'inchiesta è scattata dopo le denunce di alcuni utenti, che si sono visti tagliare luce, gas o telefono per alcune bollette non pagate

di SALVO PALAZZOLO

L'inchiesta è nata quasi per caso, a fine ottobre 2012, dopo la denuncia di un palermitano che aveva ricevuto a casa una multa salata, per il mancato pagamento della Tarsu: con sua grande sorpresa, ha scoperto che l'agenzia di poste private a cui si era affidato aveva tenuto nelle proprie casse l'intero importo pagato. Altri utenti hanno avuto una sorpresa ancora più pesante: si sono visti tagliare luce, gas o telefono perché risultavano morosi, e invece avevano pagato regolarmente, almeno sulla carta. Alla Guardia di finanza è bastato qualche semplice accertamento per scoprire che le agenzie a cui si erano rivolti i malcapitati utenti avrebbero potuto spedire soltanto lettere o pacchi e non gestire i bollettini postali, perché è necessaria un'apposita autorizzazione della Banca d'Italia e l'iscrizione ad un albo.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Palermo Paolo Guido, hanno verificato che quella specifica autorizzazione manca anche a tante altre agenzie, inserite in due network nazionali, "Servizi postali" e "Posta più". Per questa ragione, il magistrato ha disposto il sequestro d'urgenza di 72 agenzie di poste private, che operano nelle province di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e l'Aquila. I sigilli sono scattati anche per i server centrali dei due network e per 180 conti correnti utilizzati per il deposito delle somme consegnate dagli utenti.

Dietro le poste private abusive c'è davvero un business
a tantissimi zeri. Le indagini del Gruppo di Palermo della Guardia di finanza, diretto dal maggiore Antonio Squillacioti, dicono che uno dei network sequestrati ha movimentato in 18 mesi quasi 30 milioni di euro. Adesso, bisognerà scoprire perché molti bollettini non sono stati pagati: per un errore nel software centrale delle agenzie? O per una manovra truffaldina?

Intanto, i titolari sono indagati per truffa e appropriazione indebita. Il sequestro disposto dalla Procura riguarda "Servizi postali" dell'imprenditore palermitano Nunzio Giangrande e "Posta Più", dell'imprenditrice catanese Graziella Torrisi.
 

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