mercoledì 20 marzo 2013

Omicidio in via Villagrazia, la vittima aveva precedenti per mafia

Giovan Battista Tusa, 71 anni, è stato colpito al fianco. Aveva precedenti per associazione mafiosa. A trovare il corpo è stato il cognato che ha chiamato la polizia. Messineo: «Parlare di guerra di mafia in atto è un po' azzardato»


PALERMO. Ci sarebbe la mafia dietro l'omicidio di Giovan Battista Tusa, 71 anni, freddato questa mattina da alcuni colpi d'arma da fuoco in via Villagrazia. L'uomo è stato trasportato al Civico dove è giunto cadavere: i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Ad accorgersi di quanto era successo è stato il cognato di Tusa, che lo ha trovato a terra in una pozza di sangue. Subito sono stati chiamati i soccorsi ma ormai non c'era nulla da fare. Sul posto la polizia, ma a quanto pare non vi sarebbero testimon. Tusa aveva precedenti per associazione mafiosa: secondo alcuni pentiti, era una sorta di mediatore ed avrebbe partecipato alla strage di via D'Amelio, dove rimase ucciso il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
Tusa era stato arrestato nel 1998, dopo le dichiarazioni del collaboratore Gioacchino La Barbera, che aveva parlato della possibile apertura di una stagione di sequestri da parte degli uomini di Totò Riina. Tusa, ex dipendente delle Poste in pensione, sarebbe stato custode della proprietà del conte Naselli a Villagrazia di Palermo e avrebbe messo a disposizione immobili per summit mafiosi, tra cui quelli per organizzare la strage di Via D'Amelio. Tusa, condannato in primo grado a quattro anni per associazione mafiosa, è stato arrestato nuovamente nel 2002 nell'operazione Ghiaccio e poi assolto in primo grado.

MESSINEO: PRESTO PER PARLARE DI GUERRA. «Parlare di una guerra di mafia in atto è un po' azzardato, è presto per dirlo. Quelli di Nangano e Tusa sono due omicidi ravvicinati, ma non sappiamo se possono essere messi in correlazione. Tratteremo la vicenda con la massima attenzione». Lo ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, commentando l'omicidio di Giovan Battista Tusa. «Tusa era uscito dal carcere ormai da molto tempo e non risultava al centro di particolari giri - ha spiegato -. È chiaro che adesso la situazione sarà approfondita». Sui mafiosi che recentemente sono stati scarcerati Messineo ha detto che «chi è tornato possa avere trovato qualcun'altro al suo posto e possano essere scattate delle ritorsioni è un' ipotesi che può essere sempre valida in generale, quindi anche in questo caso». Dell'omicidio si stanno occupando il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Maurizio Agnello.
GLI INVESTIGATORI CAUTI SULLA CAUSA - «Non parlerei subito di omicidio di mafia - dice il capo della Omicidi, Carmine Mosca - perchè in base a quello che abbiamo al momento rilevato, non si tratta delle modalià tipiche delle cosche: è soltanto uno il colpo sparato e al fianco sinistro. Ancora è presto per stabilire il contesto in cui è maturato il delitto». Dell'omicidio si stanno occupando il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Maurizio Agnello. A Palermo lo scorso 17 febbraio era stato ucciso Francesco Nangano, 51 anni, freddato sotto gli occhi di passanti e negozianti in via Messina Marine. Un anno e mezzo fa ad essere ucciso è stato il boss Giuseppe Calascibetta, assassinato con quattro o cinque colpi di pistola alla testa mentre rientrava a casa.
 
 
Delitto Tusa, si cerca il cognato
Dietro l'omicidio forse contrasti familiari

Potrebbe non essere mafioso il movente dell'omicidio del pregiudicato ucciso ieri in via Villagrazia. Vincenzo Gambino è irreperibile da ieri. L'uomo viveva vicino alla vittima, che è stata assassinata con un colpo di pistola al fianco. La causa del delitto potrebbe essere individuata in contrasti familiari

PALERMO. Potrebbe non essere mafioso il movente dell'omicidio di Giovabbattista Tusa, ucciso ieri a Palermo. Gli investigatori stanno cercando il cognato Vincenzo Gambino, irreperibile da ieri. L'uomo viveva vicino alla vittima, che è stata assassinata con un colpo di pistola al fianco. La causa del delitto potrebbe essere individuata in contrasti familiari. Gli inquirenti non escludono che il corpo di Tusa, dopo l'omicidio, sia stato spostato nel punto in cui un altro cognato l'ha trovato, cioé a pochi metri dalla villetta in cui viveva. In un primo momento si è ipotizzato il delitto di mafia per i precedenti della vittima, arrestata in passato per associazione mafiosa.


ARMI SPARITE DALLA CASA DEL COGNATO.
E' sparita dall'abitazione di Vincenzo Gambino, cognato 80enne di Giovanbattista Tusa, assassinato ieri a Palermo, una pistola calibro 38 che sarebbe compatibile, secondo i primi rilievi, con l'arma usata per l'omicidio.
Gli investigatori che, da ieri cercano il familiare di Tusa, sparito subito dopo il delitto, hanno scoperto che l'uomo aveva denunciato la detenzione della pistola e di un fucile calibro 12: entrambe le armi non si trovano più.

Nonostante i familiari della vittima, sentiti dalla polizia, neghino che tra Gambino e Tusa ci fossero contrasti e descrivono un clima familiare sereno, gli inquirenti ritengono la pista della lite tra parenti il movente più probabile dell'omicidio. Le modalità dell'assassinio - Tusa è stato ucciso con un colpo di pistola al fianco - e il luogo in cui il corpo è stato trovato - un'area di accesso della famiglia - escluderebbero la pista mafiosa inizialmente ipotizzata.

Nelle ricerche di Gambino la polizia, che ieri ha ritrovato la sua auto in una campagna, sono stati impegnati elicotteri e unità cinofile, ma dell'uomo che non sarebbe neppure in buone condizioni di salute, quindi non potrebbe essersi allontanato a piedi, nessuna traccia. Dato che spinge gli investigatori a ipotizzare la presenza di un complice o di qualcuno che abbia nascosto il ricercato.

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