lunedì 25 marzo 2013

«Abusarono di baby squillo», tre ragazzini sono prosciolti

Accusati di violenza sessuale chiudono con esito positivo 18 mesi di messa alla prova
 
di VINCENZO FALCI
MAZZARINO. Il loro conto con la giustizia è definitivamente chiuso. Tre ragazzini di Mazzarino, coinvolti sette anni fa in un'inchiesta choc su un giro prostituzione e abusi su un paio di «baby squillo» hanno chiuso il loro sospeso. I diciotto mesi di messa alla prova ottenuta dal tribunale per i minorenni si sono conclusi con esito positivo. Così il terzetto (assistito dagli avvocati Maria Francesca Assennato, Giampiero Russo e Antonio Ficarra) ha messo in carniere un proscioglimento per estinzione del reato disposto dal gup. Un quarto giovane (assistito dall'avvocato Giuseppe Dacquì) lo aveva ottenuto in precedenza. Oggi sono appena maggiorenni ma all'epoca della vicenda che ha sollevato un polverone, e non solo in paese, erano ancora ragazzini. Come le vittime dei presunti abusi e del giro di prostituzione. Pure loro due, adesso, hanno compiuto la maggiore età. I tre che hanno ultimato con successo il percorso di riabilitazione erano stati accusati di violenza sessuale. Perché avrebbero approfittato di due ragazzine del paese che all'epoca dei fatti - siamo nel 2005 - erano appena adolescenti. A quel tempo le due avrebbero avuto rapporti più meno consensuali con tantissimi compaesani, di ogni età. Spesso in cambio di pochi spiccioli e nulla più. Tutto è venuto a galla quando il padre di una delle due ragazzine ha letto alcuni «sms» nel telefonino della figlia. Forse in quel momento non s'è reso esattamente conto delle proporzioni della situazione. Non poteva immaginare tutto ciò che da li a poco sarebbe venuto fuori. Ma ha intuito che v'era sotto qualcosa di inquietante. La vicenda è stata resa poi sconcertante dalla misura che ha assunto nel momento in cui gli inquirenti hanno scoperchiato quel pentolone. Squarciando i veli su una allarmante vicenda che poi ha coinvolto decine d'indagati, alcuni dei quali minorenni, altri no. E i loro destini processuali, per quanto paralleli, si sono poi slegati. Ai minorenni coinvolti nell'inchiesta il tribunale per i minori ha poi offerto una chance. Concedendo loro, su espressa richiesta delle difese, un anno e mezzo di messa alla prova. Periodo durante il quale hanno pure svolto opera di volontariato. Alla fine il rapporto conclusivo è risultato positivo. Così con l'assenso del pm Simona Filoni, il gup Gabriella Tomai ha sancito l'esito affermativo del percorso da loro seguito. Come dire che per le loro responsabilità hanno già pagato pegno. E il loro cammino, in questo periodo, non è stato macchiato da comportamenti e azioni fuori dalle righe. Da qui l'esito favorevole del periodo di «redenzione».

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