mercoledì 27 marzo 2013

Sciolti tre comuni per mafia

 La scure su Melito P.Salvo, Siderno e San Calogero

 
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia nei tre centri del vibonese e del reggino. Prorogato per 6 mesi lo scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace


CATANZARO - La 'ndrangheta avrebbe avuto influenze dirette sulle attività amministrative. Per questo, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia dei Consigli comunali di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Siderno (Reggio Calabria), San Calogero (Vibo Valentia), nonchè la proroga per 6 mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia).

Gli enti locali sciolti e la proroga decisa riguardano tutti le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia dove negli ultimi tempi sono state attuate diverse operazioni delle forze dell'ordine contro la criminalità organizzata, evidenziando anche gli interessi malavitosi sulle amministrazioni.
 
Decisioni assunte a distanza di pochi mesi dalle iniziative dei prefetti calabresi arriva la decisione del Consiglio dei Ministri che ha sciolto i Consigli comunali di Melito Porto Salvo e Siderno, nel reggino, e San Calogero, nel vibonese. Il 25 febbraio scorso il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, aveva sospeso il Consiglio comunale di Melito Porto Salvo ,avviando la procedura per lo scioglimento dell’organismo per infiltrazioni mafiose: il Consiglio era già stato sciolto dopo le dimissioni della maggioranza dei componenti l’organismo che avevano fatto seguito all’arresto, con l’accusa di associazione mafiosa, del sindaco Gesualdo Costantino. Il 28 giugno del 2012 lo stesso Prefetto di Reggio aveva sospeso il Consiglio comunale di Siderno dopo le dimissioni del sindaco Riccardo Ritorto. L’ex sindaco si era dimesso per gravi e importanti motivi di salute, dopo aver però ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria «Falsa politica», che ha svelato i presunti intrecci tra la cosca della 'ndrangheta dei Commisso ed esponenti della politica locale. Nel settembre del 2012, infine, il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, aveva disposto l’accesso antimafia nel Comune di San Calogero al fine di accertare eventuali condizionamenti della 'ndrangheta sull'attività del Comune.

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