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mercoledì 4 novembre 2009
«Scacco matto», Rizzuto in aula Roma.
Il primo esame in udienza del collaboratore di giustizia Calogero Rizzuto si è svolto ieri a Roma. Una non stop durata dalle 10 fino alle 18. Sono stati i Pm della Dda ad interrogare il pentito. L'escussione fa riferimento al processo «Scacco matto» i cui imputati, 21, hanno scelto il rito abbreviato. Rizzuto ha ribadito la sua scelta a collaborare con la giustizia senza lasciare trapelare alcun ripensamento. Insomma, l'ex vice capo mandamento ha deciso di saltare il fosso senza più guardare quel mondo che «ha consumato me e la mia famiglia».
Una scelta collaborativa dettata sostanzialmente dal timore di «essere nel mirino dei Capizzi», pronti a «fargli la pelle». Nell'esame di ieri da parte dei magistrati della Dda, Rizzuto ha confermato quanto già verbalizzato negli interrogatori. Confessioni iniziate lo scorso 15 settembre e che hanno riempito centinaia e centinaia di pagine. Rizzuto ha confermato l'organigramma delle famiglie dei mandamenti del Belice, Sciacca e Ribera. Le estorsioni compiute ai danni di imprenditori e il pizzo chiesto per i lavori frutto di appalti pubblici. Non solo pizzo, ma occupazione di manodopera, fornitura di calcestruzzo, e di mezzi per movimento terra. Nel corso dell'esame di Rizzuto, il Gup Camerini ha chiosato su alcune discrepanze nelle affermazioni del collaboratore. L'avvocato Serafino Mazzotta, difensore di Giuseppe Capizzi (1966) , sottoposto alle misure previste dal 41 bis, ha seguito l'esame insieme al suo assistito nel carcere di Parma: «Domani (oggi per chi legge) - ha dichiarato - sarà la volta del controesame da parte della difesa. Faremo emergere che quello che il Rizzuto racconta è frutto non di riferimenti diretti, ma per sentito dire, per circostanze riferite da altri. Non fa riferimento a fatti di diretta cognizione».
Venerdì nelle aule del Tribunale di Sciacca proseguirà il troncone del processo per i 18 imputati che hanno scelto il rito ordinario. Anche per questo troncone, il nutrito gruppo dei legali della difesa chiederà di sottoporre all'esame diretto il collaboratore di giustizia. Le confessioni di Rizzuto hanno aperto nuovi filoni di indagini in corso di svolgimento. Le centinaia di pagine dei verbali d'interrogatorio, infatti, contengono una sfilza corposa di omissis. Del resto, il ruolo del Rizzuto nell'ambito dell'organigramma delle famiglie mafiose del territorio consente ai magistrati inquirenti di avere a disposizione un ventaglio molto ampio sui fatti di mafia e di estorsioni.
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