Agguato di camorra, uccisi boss e figlio
Le vittime Gennaro e Carmine Sacco Erano parenti del killer del videochoc NAPOLI Gennaro Sacco, 57 anni, pregiudicato, attuale reggente del clan Sacco-Bocchetti, egemone nel quartiere di Napoli di San Pietro a Patierno, è morto insieme al figlio Carmine, 29 anni, nel corso di un agguato in via Masseria, angolo via Gagarin. Sono zio e cugino del killer del video choc del rione Sanità, Costanzo Apice, 28 anni, ora detenuto. Gennaro è stato colpito da sicari nel suo quartiere ed è morto subito, mentre il figlio è deceduto per la gravità delle ferite riportate dopo il trasporto all’ospedale di «San Giovanni Bosco». Gennaro Sacco e il figlio Carmine erano in moto e transitavano in via Masseria, il 29enne alla guida e il regegnte del clan passeggero, quando sono stati avvicinati da almeno due sicari, probabilmente anche loro a bordo di un motociclo. I killer hanno sparato diversi colpi di pistola, prima diretti contro il boss, uno dei quali alla testa, poi anche al figlio. Gennaro Sacco è morto subito, mentre il figlio, seppure ferito, ha cercato la fuga accelerando la sua corsa, ma è andato a sbattere contro un muro; caduto, si è rialzato e ha cercato di continuare a scappare a piedi, ma è stato raggiunto dai sicari e colpito di nuovo. Passanti hanno avvertito i carabinieri, e all’arrivo dei militari del’Arma e dei soccorsi Carmine Sacco era ancora vivo sebbene in gravissime condizioni. È morto solo dopo l’arrivo nel nosocomio. Gennaro sacco era legato fino alla fine degli anni ’90 al clan Licciardi, gruppo egemone nel quartiere di Secondigliano e tra i più potenti del napoletano; poi aveva scelto di essere autonomo e l’attività principale del suo clan era quella del traffico di droga, un mercato molto redditizio ma conteso.
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