mercoledì 18 novembre 2009

Falsone? “Un pupo nelle mani del clan Capizzi di Ribera”




Falsone? “Un pupo nelle mani del clan Capizzi di Ribera”

Calogero Rizzuto anche mercoledì scorso nell’aula bunker
di Rebibbia, ha ribadito il concetto: i Capizzi dovevano
morire per decisione di Matteo Messina Denaro dato che si comportavano
male con gli esponenti di Cosa Nostra e per il “pacco”
fatto al patron dei supermercati Despar, Giuseppe Grigoli.
Aggiunge anche che Giuseppe Falsone, il capo provinciale di Cosa
Nostra, secondo Gino Guzzo, era un pupo nelle mani di Capizzi. Ecco cosa racconta sulla vicenda
il pentito di Sambuca ai pm della Dda di Palermo in un verbale del settembre scorso: Rizzuto: picchì ca stanno facendo
tutto cose di testa sua, soldi nun ne fanno vidiri fanno ti testa sua, nu mandamento.,. PM: sostituiscono le persone
IMP:...sostituiscono le persone senza che dicinu niente au mannamento e vennu a cumannanu iddi, dici fanno tutte cose iddi è
inutile... PM: iddi intende Falsone o Capizzi? IMP: Falsone e Capizzi pi iddi picchi erano... PM: vabbè però era capo del...
IMP: si Falsone PM: ...per cui poteva decidere le cose. IMP: perchè poi iddi mi dice, tant’è che Guzzo mi dice a mia, picchi
a mia mi sta parendo che al posto di tutti… PM: mi scusi, non sto capendo, non mi torna una cosa, se il Falsone era il capo…
IMP: si PM: Capizzi Giuseppe era il secondo IMP: sì PM: ben pot...come hanno deciso di mettere loro, di mettere lei a capo
mandamento di Sambuca ben potevano sostituire l’uno o l’altro, senza chiedere consiglio ne a lei ne a Guzzo ne a che ne so,
ma dovevano rispettare la regola. IMP: aviano a rispettare le regole. PM: per la norma… IMP: non è che dice accussì, tanto
che Guzzo rni dice a mia... PM: però con lei non l’ha rispettata la
regola. IMP:...le regole, le regole le sapete meglio di mia mi disse,
io non me lo ricordo ma per regola nun lu putiano.fare chistu discurso.
PM: ma neanche a lei potevano mettere. IMP: no PM:
stando alle regole. IMP: no. PM: neanche a lei. IMP: no. PM:
quindi giustamente se non hanno, se hanno messo lei, il collega
dice appunto... IMP: si. PM:..se hanno messo lei senza regole…
IMP:sì sì. PM: ben potevano... IMP:si si. PM: ..senza regole
sostituirla? Anche perché pare fosse un momento di un po’ particolare
senza collegamenti con Lo Piccolo, senza collegamenti
con Provenzano. IMP: si, c’era un momento un momento
particolare era PM: ognuno faceva un po’ quello che voleva.
IMP: perché le regole sunno giuramento ma poi ognuno fa
come ci viene più comodo, addiventau, in effetti pi chisto Cosa
Nostra. PM: comunque quindi c’è questo contrasto e lei capisce
che o si arma o si mette da parte. IMP: dici che namu armare.
Guzzo dice che amu a fari dici, picchi ca dice.., PM: .lei
propende per lasciare stare. IMP:...dice c’è dì grapiri una guerra
ca dice c’è d’accuminciari picchi un pò essere chiù... PM: lei
propende per… IMP:... simmu sulu, anche picchi dici io
capivo, picchi un piglia nessun provvedimento contro Capizzi
dopo tutto quello che hanno fatto, dopo che un piglia nessun
provvedimento, io capivu che iddu è un pupo in mano di
Capizzi mi dice... PM: Guzzo. Imp:... il Guzzo a mia dice mi
pare che è un pupo in mano ai Capizzi. PM: ma questo a
Falsone non glielo avete mai fatto sapere. IMP: no no, Guzzo
mu dici a mia dice è un pupo in mano ai Capizzi perché un
piglia nessun provvedimento. PM: contro i Capizzi. IMP: contro
i Capizzi. PM: Che gliene hanno fatto tante… IMP: anzi ci
va, anzi ci va d’accordo perché con tutto chiddu che hanno fatto
dici ci avissi a scippare (tirare) la testa dice, perché un si ponnu
permettiri di fari sti cose, fanno accordo senza chi iddu ni sapi,
fanno chiddu, se poi iddu fa finta che un ne sape e le sape e le
fa fare iddu dice chistu e nautru discursu... PM: va bene.
IMP:... dice, vuoi dire dice che ancora chiù tintu dì chiddu che
penso io. PM: fatto stu discorso IMP: fatto, fatto... PM:.. .con
Falsone non… IMP:... stu discorso iddu.. PM: iddu? Guzzo.
IMP:...il Guzzo ci dissi noi amu a fari na cosa, siccome c’avi a essere
l’incontro ad agosto con Matteo ci purtarno... PM: Matteo
chi? IMP: Messina Denaro, nuatri ci purtamu tutti sti cosi a
Matteo videmu chiddu che dici iddu e videmu chiddu che dici di
fare iddu, intanto nuatri nuti ni interessamu chiù ne di Sciacca
ne di niente, nun ni interessarmi di niente completamente,
ognuno dice ni ristamu nu nostru paisi, se viene qualche impresa
amu a fari qualche cosa a facemu, sa vulemu fari, se un la
vuemu fari manco, mentre arriviamo a st’incontro dice cu
Matteo e decidemu cu Matteo e viremu iddo che cosa ne
pensa. PM: e cosa ci consiglia. IMP: e rosa ci consiglia dopo
di che prendiamo le nostre decisioni, l’incontro un ci fu.. PM:
e IMP: picchi n’arristaru. PM: quindi da parte vostra c’era l’intenzioni
di confidarvi. Agosto, parliamo dì Agosto per la precisione
2007... IMP: Agosto 2007 PM: 2008 IMP: 2008, iddu
però c’avia un altro incontro con Falsone aviano arristato chi
di sti cose... PM: Guzzo? IMP:...Guzzo dì sti cose che avia
discurruto di chistu di Sciacca e non mi ricordo forse qualche
altra cosa però non mi ricordo, fra quindici giorni si avia arrivedè.
PM: erano rimasti tra di loro IMP: fra una quindicina di
giorni si aviano arrivedè PM: Guzzo e Falsone? IMP: si, e
allora il Guzzo va all’appuntamento e un trova a nessuno. PM:
addirittura, dov’era st’appuntamento IMP: di nuovo li nell’abbeveratoio
PM: sempre a Lucca Sicula. IMP: si PM: San Carlo?
IMP: si, al ritorno, al ritorno Guzzo… PM: quindi viene fissato
questo appuntamento da chi? IMP: da Imbornone.

CLAN CAPIZZI


MAFIA. "Scacco matto" ai clan agrigentini: 33 arresti

Venerdì 04 Luglio 2008 01:38

Maxi retata antimafia nell’Agrigentino. Decapitato il mandamento di Ribera, durissimo colpo inferto alle famiglie mafiose di Sciacca, Menfi, Santa Margherita Belice, Montevago, Sambuca di Sicilia, Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula. I carabinieri del comando provinciale di Agrigento, su richiesta della Dda di Palermo, hanno arrestato trentatrè tra presunti boss e affiliati a Cosa Nostra agrigentina.

Gli arrestati sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, turbativa di gare d'appalto, condizionamento di subappalti e imposizione di manodopera.
L’operazione è stata denominata “Scacco Matto”, le indagini hanno portato gli investigatori a scoprire una rete finalizzata ad acquisire la diretta gestione di attività economiche ed appalti pubblici e il controllo della fornitura di calcestruzzo, automezzi e manodopera specializzata.

Ecco i provvedimenti restrittivi eseguiti dai carabinieri.

DESTINATARI DI ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE:



1. DIMINO ACCURSIO NATO A SCIACCA CL. ‘58, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, COMMERCIANTE, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI SCIACCA;

2. DI LEO MICHELE NATO A SCIACCA CL. ‘65, IVI RESIDENTE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI SCIACCA;

3. DERELITTO PIETRO, NATO A SCIACCA CL. ‘63, ANAGRAFICAMENTE RESIDENTE A BURGIO, DI FATTO DOMICILIATO IN VILLABATE (PA), CONIUGATO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI BURGIO;

4. SALA RAFFAELE, NATO A SCIACCA CL. ’72, RESIDENTE A BURGIO, CONIUGATO, BRACCIANTE AGRICOLO RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI BURGIO;

5. SALA GIROLAMO NATO A BURGIO CL. ‘60, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, BRACCIANTE AGRICOLO RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI BURGIO;

6. DAVILLA MARIO, NATO A SCIACCA CL. ‘65 RESIDENTE A BURGIO, CONIUGATO, IMPRENDITORE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI BURGIO;

7. PERRICONE ANTONIO GIUSEPPE, NATO A BURGIO CL. ‘54, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, ALLEVATORE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI BURGIO;

8. DI MARTINO NICOLÒ NATO A RIBERA CL. ‘37, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI BURGIO.



SOTTOPOSTI A FERMO DEL PM:



9. SCHIRO’ GASPARE NATO A CONTESSA ENTELLINA (PA) CL. ‘42, RESIDENTE IN MENFI, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI MENFI;

10. PUMILIA ANTONINO NATO A MENFI CL. ‘55, IVI RESIDENTE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

11. MILITELLO TOMMASO NATO A PALERMO CL. ‘63, IVI RESIDENTE, GIÀ DOMICILIATO IN MENFI IN QUANTO SOTTOPOSTO AL DIVIETO DI DIMORA NELLA PROVINCIA DI PALERMO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

12. BUCCERI VITO NATO A CASTELVETRANO CL. ‘72, RESIDENTE A MENFI, CONIUGATO, MANOVALE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

13. BARRECA GIUSEPPE, NATO A MENFI CL. ‘76, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, MURATORE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

14. CAMPO GIOVANNI NATO A MENFI CL. ‘62, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, IMPRENDITORE DEL RAMO CALCESTRUZZI, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

15. CAMPO FILIPPO NATO A MENFI CL. ‘68, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, IMPRENDITORE DEL RAMO CALCESTRUZZI, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

16. RIZZUTO CALOGERO, NATO A SAMBUCA DI SICILIA CL. ‘60, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, OPERAIO PRESSO LA SOGEIR ATO 1 DI AGRIGENTO, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI SAMBUCA DI SICILIA;

17. MAGGIO ANTONINO NATO A SAMBUCA DI SICILIA CL. ‘63, RESIDENTE A S. MARGHERITA BELICE, CONIUGATO, IMPRENDITORE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MENFI;

18. GUZZO GINO, NATO SCIACCA CL. ‘59, RESIDENTE MONTEVAGO, CONIUGATO, MANOVALE EDILE, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI MONTEVAGO NONCHÈ CAPO MANDAMENTO DEL BELICE;

19. GULOTTA ANTONINO, NATO A MONTEVAGO CL. ‘68, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, MECCANICO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MONTEVAGO;

20. LA ROCCA GIUSEPPE, NATO A CARACAS (VENEZUELA) CL. ‘54, RESIDENTE A MONTEVAGO, CONIUGATO, COMMERCIANTE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MONTEVAGO;

21. CLEMENTE GIUSEPPE NATO A SCIACCA CL. ‘71, RESIDENTE A MONTEVAGO, CONIUGATO, OPERAIO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI MONTEVAGO;

22. CIACCIO PASQUALE NATO SANTA MARGHERITA DI BELICE CL. ‘66 IVI RESIDENTE, CONIUGATO, PASTORE, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI SANTA MARGHERITA BELICE;

23. CASCIO VITINO, NATO S. MARGHERITA BELICE CL. ‘42, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, IMPRENDITORE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI SANTA MARGHERITA BELICE;

24. FONTANA FRANCESCO, NATO A PARTANNA (TP) IL GIORNO CL. ‘37, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, CONSIGLIERE PRESSO LA CALCESTRUZZI BELICE S.R.L. SITA IN CONTRADA PIENOTTA IN MONTEVAGO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI SANTA MARGHERITA BELICE;

25. MORREALE GIUSEPPE, NATO A SCIACCA CL. ‘69, RESIDENTE A SANTA MARGHERITA BELICE;

26. IMBORNONE SALVATORE NATO A LUCCA SICULA CL. ‘60, IVI RESIDENTE, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI LUCCA SICULA E CAPOMANDAMENTO DI LUCCA SICULA, RIBERA E BURGIO;

27. CAPIZZI FRANCESCO (INTESO FRANCO) DI CALOGERO, NATO A RIBERA CL. ‘59, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, COMMERCIANTE, RITENUTO CAPOFAMIGLIA DI RIBERA;

28. CAPIZZI GIUSEPPE DI PAOLO NATO AD ASCOLI PICENO CL. ‘69, RESIDENTE A RIBERA, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI RIBERA;

29. CAPIZZI PAOLO NATO A RIBERA CL. ‘68, RESIDENTE A BURGIO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI RIBERA;

30. CAPIZZI PAOLO NATO A RIBERA CL. ‘40, IVI RESIDENTE, CONIUGATO, BRACCIANTE AGRICOLO, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI RIBERA;

31. SMERAGLIA BIAGIO NATO A RIBERA CL. ‘63, IVI RESIDENTE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI RIBERA;

32. MONTALBANO ANTONINO, NATO A RIBERA CL. ‘62, IVI RESIDENTE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI RIBERA;

33. ORLANDO GIUSEPPE, NATO A RIBERA CL. ‘63 IVI RESIDENTE, CONIUGATO, COMMERCIANTE, RITENUTO AFFILIATO ALLA FAMIGLIA DI RIBERA.

Nessun commento:

Posta un commento