venerdì 28 febbraio 2014

Casteltermini, la Dia sequestra beni

Per un milione di euro ai familiari di Vincenzo Di Piazza

L'uomo è detenuto in quanto condannato per associazione di tipo mafioso, perchè ritenuto componente, con il ruolo di capo, della famiglia mafiosa di Casteltermini


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Casteltermini, la Dia sequestra beni per un milione di euro ai familiari di Vincenzo Di Piazza

La Sezione operativa di Agrigento della Direzione investigativa antimafia, in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale nell'ambito di un procedimento a carico di Vincenzo Di Piazza, 73enne da Casteltermini, ha sottoposto a sequestro una serie di beni intestati ai familiari, per un valore complessivo quantificabile in oltre un milione di euro. Si tratta di 26 fabbricati, compresi quelli rurali; 335 appezzamenti di terreno, adibiti a seminativo o pascolo; una ditta individuale riconducibile ad uno dei figli, con sede a Casteltermini ed esercente l'allevamento di bovini e caprini, con il relativo complesso aziendale e 9 veicoli, di cui 2 mezzi agricoli; una ditta individuale riconducibile ad un altro figlio, con sede a Casteltermini ed esercente l'attività di coltivazione di cereali, con il relativo complesso aziendale; 5 conti correnti bancari intestati ai figli.
Di Piazza è detenuto in quanto condannato per associazione di tipo mafioso, perché ritenuto componente, con il ruolo di capo, della famiglia mafiosa di Casteltermini.
Nel 1995, Di Piazza è stato tratto in arresto dalla Dia di Agrigento per il reato di favoreggiamento personale aggravato, nel corso dell'attività che aveva portato alla cattura del boss mafioso latitante Salvatore Fragapane, 57enne da Sant'Elisabetta, attualmente detenuto in quanto condannato all'ergastolo, e all'epoca rintracciato in contrada Liberto, a Casteltermini, all'interno di una villetta di campagna di proprietà della famiglia Di Piazza.
Proprio il coinvolgimento di Di Piazza nel favoreggiamento della latitanza di Fragapane, aveva consentito agli investigatori di inquadrarlo in un contesto criminale di rilievo e, infatti, il 20 aprile 1998, Di Piazza è stato nuovamente arrestato, insieme ad altre 42 persone, nell'ambito dell'operazione "Akragas", in quanto indagato per associazione di stampo mafioso. Tra i soggetti destinatari del provvedimento figurava anche Salvatore Fragapane, quale rappresentante provinciale di Cosa nostra.
Nel frattempo, il 2 dicembre 1999, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Agrigento sottponeva Di Piazza alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale della P.S. con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per la durata di 4 anni.



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L'attività investigativa aveva permesso di acquisire elementi secondo i quali Di Piazza, ritenuto reggente della famiglia mafiosa operante a Casteltermini, aveva acquisito in modo diretto ed indiretto il controllo di attività economiche, specie nel settore edilizio nel centro, realizzando profitti e vantaggi ingiusti per sé e per gli altri componenti del sodalizio. Di Piazza è stato condannato alla pena di 18 anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso pluriaggravata.


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