giovedì 24 gennaio 2013

“Mps ci ha nascosto i documenti”


Bankitalia: operazioni all’esame dei pm. Maroni: l’Imu salverà
la banca del Pd. Alfano: Monti coccola il credito


francesco spini
milano
Il caso del Monte dei Paschi di Siena - travolto dalla bufera che ha portato alle dimissioni dalla presidenza dell’Abi l’ex numero uno Giuseppe Mussari - scuote la politica e tira in ballo le istituzioni di vigilanza. Mentre la banca, con l’amministratore delegato Fabrizio Viola, a SkyTg24 dice che «l’ipotesi nazionalizzazione non è nelle nostre agende», Banca d’Italia reduce da anni di monitoraggio su Siena (fino a favorire il ricambio dei vertici dell’anno scorso), con una nota sottolinea che la «vera natura» delle operazioni al centro dell’ultimo caso Mps «è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza» e «portati alla luce» dai nuovi dirigenti.
Viola conferma e testimonia l’assenza di una «corretta contabilizzazione» e di una «corretta gestione dei documenti» delle operazioni. Che ora Bankitalia sta esaminando «in piena collaborazione» con la magistratura, e con la cooperazione degli attuali vertici. Questo però non sopisce le voci di un prossimo commissariamento della banca, sia pure concordato e pilotato. Voci che però, allo stato, non trovano riscontri in Bankitalia. E mentre piovono ancora vendite sul titolo (ieri a -8,43%), si muove anche Consob, che - mentre tiene costanti contatti coi vertici - si prepara a convocare sindaci e revisori presenti e passati, Kpmg e Ernst&Young. E la banca (come la fondazione) attende pezze d’appoggio per agire contro gli ex vertici.

L’attuale presidente di Mps, Alessandro Profumo, spiega al Tg1 che «ci muoveremo» nella «misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale» dell’istituto. Ricorda il lavoro di «trasparenza» fatto nell’ultimo anno, dicendosi «certo che col lavoro che stiamo facendo torneremo ad avere la reputazione che meritiamo». I calcoli sugli impatti patrimoniali saranno portati in in cda non prima del 6 febbraio, l’esame è in corso. Con un comunicato Rocca Salimbeni fa sapere che, a fronte delle tre operazioni che hanno ridestato il terremoto (due investimenti in Btp a lunga durata finanziati con operazioni di pronti contro termine, «Santorini» e «Alexandria», e un derivato con sottostante il rischio sovrano, «Nota Italia») ritiene di essere «in condizioni di assorbire, dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze».

La questione Mps entra nella campagna elettorale. Attacca Roberto Maroni (Lega): «Monti ha messo l’Imu, 4 miliardi di gettito, per finanziare Mps e cercare di salvare la banca del Pd: è uno scandalo, una vergogna». E secondo Angelino Alfano, Pdl, «Monti ha coccolato le banche e ha dato schiaffi al ceto medio». Per la sintesi c’è Beppe Grillo (5stelle): «Il Pd non è più un partito, è una banca». Bersani fa scudo, Renzi ammette «responsabilità evidenti di chi ha governato Siena». E Viola difende la natura dei 3,9 miliardi di «Monti Bond»: «Per lo Stato è un investimento finanziario, non una spesa». Un «prestito» che sarà rimborsato «fino all’ultimo euro». Resta il nodo-successione all’Abi: in pole per il dopo Mussari resta Antonio Patuelli.

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