martedì 24 luglio 2012

Mafia e usura tra Palermo e Trapani: sequestri e confische da 11 milioni

Tra i soggetti interessati dai provvedimenti, un operatore cinematografico palermitano di 46 anni, già coinvolto in passato in altre operazioni, un esponente di 59 anni della famiglia mafiosa della Noce e un imprenditore di Borgetto
PALERMO. Patrimoni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro sono stati sequestrati e confiscati dalla Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di provvedimenti emessi dalle Sezioni Misure di Prevenzione dei Tribunali di Palermo e di Trapani, sulla base delle investigazioni economico-patrimoniali svolte dai finanzieri del Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata – G.I.C.O. – del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo siciliano.

Tra i soggetti interessati dai provvedimenti c'è Alfonso Neri, un operatore cinematografico palermitano di 46 anni, coinvolto in precedenza in un’attività di usura smantellata dalla Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito dell’operazione “Bloodsuckers”, nel cui contesto era stato colto in flagranza di reato mentre intascava il denaro da una vittima.

Le indagini delle Fiamme Gialle avevano portato alla luce un complesso sistema che può riassumersi nella massima “nessun usuraio ha una sola vittima, nessuna vittima ha un solo usuraio”; infatti, per far fronte alle pressanti richieste di un aguzzino, le vittime erano costrette a chiedere aiuto ad altri usurai, inserendosi così in un perverso meccanismo dal quale era sempre più difficile uscire.

Nei confronti dello strozzino sono stati sequestrati sei immobili, di cui uno a Terrasini e cinque nei quartieri Politeama, Monte di Pietà, Uditore-Passo di Rigano e Oreto-Stazione di Palermo, due motocicli modello Piaggio e Yamaha, un’autovettura Renault Megane Cabrio, oggetti preziosi di varie tipologie e diverse disponibilità finanziarie, il tutto per un valore di oltre 930 mila euro.

Un altro provvedimento di sequestro ha riguardato Luigi Caravello, un esponente di 59 anni della famiglia mafiosa palermitana della “Noce”, che, già in passato arrestato per associazione mafiosa ed estorsione, alla fine del 2008 è stato nuovamente destinatario di un provvedimento cautelare nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Perseo”, unitamente ad altri capimafia, reggenti e gregari palermitani che stavano tentando di ricostituire la nuova “commissione provinciale” di “Cosa Nostra”.

A suo carico sono stati sequestrati 4 lotti di terreno e tre appartamenti situati in Palermo, nella località Cruillas-Cep, il tutto per un valore di 2 milioni di euro circa.

Interessato da un altro provvedimento di sequestro per un valore di 3,5 milioni di euro circa, un imprenditore sessantaquattrenne di Borgetto (PA), Francesco Romano, che, unitamente ad altri tre imprenditori, era finito in manette nell’ambito dell’operazione denominata “Benny”, per essersi intestato fittiziamente alcuni beni, tra cui un impianto di calcestruzzo, di fatto riconducibili ad un esponente mafioso, il quale, per aggirare gli effetti di un provvedimento di confisca antimafia emesso nei suoi confronti, era riuscito a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando fittiziamente beni e società a terze persone, in qualità di prestanome.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato un lotto di terreno nella zona industriale di Marsala (TP) ed un’impresa di calcestruzzi di Marsala.

Sempre a Marsala sono stati sequestrati 12 terreni e diverse disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 1,4 milioni di euro circa, a carico di un “uomo d’onore” di 77 anni, Antonio Bonafede, affiliato alla locale famiglia mafiosa, già condannato nel 2000 per associazione mafiosa e poi coinvolto nel 2010 in un’altra operazione di polizia contro la rete dei presunti fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro.

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